“Chi è morto alzi la mano” di Fred Vargas

Uno dei romanzi noir più brillanti della scrittrice francese

“Chi è morto alzi la mano” è un giallo che Fred Vargas (pseudonimo per Frédérique Audouin-Rouzeau)ha pubblicato nel 1995 in Francia con il titolo di “Debout les morts”. In Italia è stato pubblicato nel 2002 da Einaudi.
L’indole delicata e sfuggente della narrazione che caratterizza la Vargas qui brilla maggiormente su sfumature sarcasticamente acute.

Gli equilibrati giochi di parole, frutto di una padronanza linguistica profonda, ma espressa con semplice maestria, sono uno dei tanti punti di forza delle sue opere.

Chi è morto alzi la mano è il primo libro che fa conoscere al pubblico tre giovani storici disoccupati e squattrinati, investigatori per caso e per passatempo, e di un loro inquilino o mentore o fastidioso e impegnativo coinquilino. Sono i tre evengelisti, come li chiama il quarto incomodo, lo zio e padrino di uno di loro, meglio conosciuto come il vecchio Vandoosler, ex commissario di polizia, un uomo tra i sessanta e i settantanni, affascinante, con quel suo vezzo da sbirro e riflessi da seduttore.
Gli altri sono Marc Vandoosler – il medievalista, un ragazzo minuto con un volto spigoloso, capelli e vestiti neri e una mano carica di grossi anelli d’argento; Mathias Delamarre – l’appassionato studioso di Preistoria, biondo con capelli stopposi e i piedi sempre in sandali di pelle, con un fastidio cronico nell’indossare biancheria intima; Lucien Devernois – lo storico della Grande Guerra, un contemporaneista, dalle guance smorte, ciocca di capelli castani sugli occhi e la cravatta sempre stretta al collo (ribattezzati san Marco, san Matteo e san Luca).

I tre, conoscenti da tempo, si ritrovano sotto lo stesso tetto, in una stamberga, o topaia, in una di quelle strade di Parigi impossibili da trovare, rue Chasle. La loro coabitazione è frutto dell’esigenza, trovandosi tutti e tre in una situazione… disastrosamente precaria.
La casa divisa su quattro piani è organizzata in base a un preciso ordine cronologico “al piano terra l’ignoto, il mistero originale, il disordine generale, il magma primordiale: le stanze comuni. Al primo piano vago superamento del caos, qualche modesto tentativo, l’uomo nudo si raddrizza: è il nido di Mathias. Risalendo la scala del tempo, l’agevole ingresso del glorioso secondo millennio: l’angolo di Marc. Al piano superiore, il degrado, la decadenza, il contemporaneo: la trincea di Lucien. Ancora più in su, nella mansarda, il vecchio Vandoosler, che in un modo tutto suo porta avanto lo scardinamento del presente.”

I quattro non fanno in tempo a tappare i buchi sul tetto della stamberga, che una loro nuova vicina di casa bussa alla porta. Si tratta di Sophia Siméonidis, cantante lirica che ebbe, in passato, un suo pubblico e qualche critica di approvazione. La donna si è trovata improvvisamente, nel suo giardino, un faggio e la cosa la inquieta non poco. Avendo visto dalla sua finestra i nuovi vicini, si è fatta coraggio e ha bussato alla loro porta per chiedere consiglio e aiuto.
Quello che sembra un bizzarro scherzo, nel giro di poche settimane si tinge di giallo. La piccola strada di Parigi diventa teatro di una scomparsa e di un omicidio. Il vecchio Vandoosler con i tre storici trasandati e allo sbando affrontano la situazione, nel modo migliore, anche unico a dirla tutta, che sanno fare: ficcare il naso nei fatti degli altri.

Finezza di istinto e accuratezza di improvvisazione fanno di Chi è morto alzi la mano un’opera che si presta confortevolmente alla lettura.
I noir di Fred Vargas riescono a catturare l’attenzione e la godibilità del lettore non allettandolo con colpi di scena complicati e artificiosi, immagini cruente o estreme. L’abilità narrativa della scrittrice è racchiusa nell’elementarità dei casi, nella grammatica emotiva dei personaggi, nella psicologia degli ambienti. I dialoghi sempre accurati nei confronti degli scherzi del destino e delle leggi della natura appassionano chi legge, incuriosendolo programmaticamente sui misteri raccontati.

L’allegria attenta di cui la Vargas si avvale per le descrizioni dei personaggi, per la dinamicità dei gesti, per la costruzione del giallo, è in questo romanzo spumeggiantemente risaltata.
Per ora sono solo altri due libri che vendono i tre evangelisti come protagonisti: Io sono il tenebroso e Parti in fretta e non tornare, dove però hanno solo un ruolo marginale, ma interagiscono con il commissario della Vargas: Jean-Baptiste Adamsberg.

Fred Vargas, Chi è morto alzi la mano, Einaudi Stile Libero, 2006, pp. 249, €11.00.