“Giù al nord” di Dany Boon

Commedia popolare d’autore sulla paura del diverso

Giù al nord – il cui titolo originale è “Benvenuti presso gli Ch’tis”, più caldo e appropriato dell’italiano, che si confonde per di più con altri – è l’autentico caso cinematografico dell’anno in Francia, dove ha incassato 140 milioni di euro battendo ogni record nazionale, persino quello di Titanic.

Film nato con pochissimi mezzi, esploso con la pubblicità gratuita del passaparola, zeppo di attori pur bravi ma non famosissimi, come ha potuto scalare l’Everest del successo? Tanto più che, chi pensasse che una pellicola redditizia debba grondare luoghi comuni e grossolanità, è chiamato a ricredersi, che debba esser priva di pedagogia, anche.

Questo il prologo: il direttore di un ufficio postale di Salon en Provence, cittadina della Francia del sud, ha una moglie perennemente depressa ed esigente che spera di cambiar vita con il trasferimento del marito nella bella e lussuosa Costa Azzurra. Per farle piacere l’uomo si finge disabile al fine di ottenere lo spostamento, ma viene scoperto e per punizione inviato nella regione di Nord-Pas de Calais, nel villaggio di Bergues, dove gli abitanti, “primitivi e semplici”, parlano lo Ch’tis : un dialetto incomprensibile, con la “esse grassa”. Con sorpresa, invece di sentirsi solo e in un luogo desolato, il direttore delle poste scopre una comunità accogliente e dei colleghi affettuosi.
La vita “Giù al nord” è tutto fuorché un inferno, semmai, superati i pregiudizi, è affascinante e gioiosa. L’uomo non confessa alla moglie la nuova esaltante esperienza, sarà piuttosto lei a decidere di raggiungerlo per alleviargli la presunta sofferenza…

Dany Boon, il regista, spiega la genesi dell’opera: “Anche se tutti i film sono importanti, questo per me contava più degli altri perché parlava della mia infanzia, della mia regione, della mia gente (…). L’idea mi è venuta partendo proprio dalla visione che hanno del nord coloro che non conoscono affatto la regione Nord-Pas de Calais. Sono tanti i francesi che hanno una pessima opinione di quella regione. I motivi vanno dalla povertà, alla mancanza di speranza, dalla disoccupazione alla presenza delle miniere. Ed è per questo che mi è venuta voglia di realizzare una commedia in cui si sottolinea l’aspetto umano, il cui protagonista, che non è originario del nord, è costretto suo malgrado a scoprire la cultura, l’ambiente…”.

Dunque, una commedia morale nata da una conoscenza e da un amore che, con garbo e senza rigidità ideologiche, sanno smontare quei pregiudizi razziali e quella paura del diverso appartenenti non solo ai francesi ma al mondo intero. Favola ironica, recitata con professionale spontaneità, che ci fa ridere dei nostri steccati interiori. “Un film popolare d’autore” è la definizione calzante attribuita senza presunzione dallo stesso regista.
Unico punto debole, la traduzione italiana, che non rende appieno le sfumature dialettali, peculiari oltralpe come da noi la lingua di Camilleri.

Titolo originale: Bienvenue chez les ch’tis
Regia: Dany Boon
Cast: Kad Merad, Dany Boon, Zoé Felix, Lorenzo Ausilia-Foret, Anne Marivin, Philippe Duquesne, Guy Lecluyse, Line Renaud
Produzione: Pathe Renn, Hirsh, TF1Films, Les productions du chicon
Distribuzione : Medusa
Paese : Francia 2008
Durata : 106 min
Uscita: 31.10.2008