“IL DUBBIO” di John Patrick Shanley

Dal palcoscenico al cinema con qualche inciampo

L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, nel ‘63 a Dallas sotto gli occhi di tutti, getta il popolo americano in una profonda incertezza e il Concilio Vaticano II, aperto nel ‘62 da Giovanni XXIII e proseguito dal suo successore Paolo VI, ridisegna il rapporto tra la chiesa e i suoi fedeli; per l’America è l’inizio di un cambiamento nella vita sociale, politica e culturale.

Una domenica spazzata dal vento nel Bronx: gli edifici di mattoni rossi ingabbiati dal metallo delle scale antincendio, la parrocchia di St. Nicholas e il sermone di Padre Flynn (Philip Seymour Hoffman) che invita i fedeli a riflettere su cosa si fa quando ci si sente insicuri.
In fondo alla navata, di spalle, sono tre suore vestite di nero con il capo coperto da cuffie di foggia antica.
Così inizia la versione cinematografica de Il dubbio, testo teatrale vincitore del premio Pulizer 2005, che vede dietro la macchina da presa il suo stesso autore, John Patrick Shanley, drammaturgo, sceneggiatore (premio Oscar nel ‘88 per Stregata dalla luna) e regista del solo Joe contro il vulcano (1990).

Nella scuola parrocchiale di St. Nicholas Padre Flynn promuove un nuovo modello educativo volto alla vicinanza e alla compassione, in opposizione alla rigida custodia della tradizione repressiva della direttrice, Sorella Aloysius (Maryl Streep). Ma la particolare dedizione che Padre Flynn manifesta a Donald Miller, primo ragazzino nero ammesso alla scuola, porta la giovane Sorella James (Amy Adams), nonostante una profonda sintonia e una grande stima per il prete, a dubitare che dietro a tale atteggiamento ci possa essere altro. Il tormentato dubbio della giovane suora diventa una certezza per Sorella Aloysius, che pur senza prove avvia una personale crociata per allontanare Padre Flynn, cercando anche l’alleanza della madre di Donald (Viola Davis), anello debole in quanto povera e nera.
Una trama in cui è espressa la forza del dubbio di fronte alla certezza della colpa, sebbene in assenza di prove concrete, attraverso una successione di match che aggiungono e tolgono elementi di colpa e di innocenza fino ad arrivare ad un finale senza certezza che lascia allo spettatore il compito di sciogliere il suo personale dubbio.

La storia, ambienta in un tempo che è linea di confine tra la certezza del passato e le inquietudini di un futuro prossimo, nasce dalla necessità sentita dall’autore di opporre l’esercizio del dubbio all’odierna pratica delle affermate certezze; il dubbio quindi come fertile momento di silenzio e riflessione da cui possa prendere moto il cambiamento.

Dopo diciott’anni dal suo unico film, Shanley torna alla macchina da presa con la versione cinematografica di un suo trionfo teatrale; e teso alla ricostruzione di un mondo conosciuto e perduto (originario del Bronx, negli anni Sessanta ha frequentato una scuola di religiose) amplia il racconto con l’aggiunta di ambienti e personaggi: la madre di Donald, i piccoli alunni, le altre sorelle e i preti amici di Flynn. Crea così lo spazio per far entrare il fuoricampo della pièce teatrale, ma la continua variazione della distanza tra la messa in scena e lo spettatore, peculiarità del mezzo cinematografico, se da una parte restituisce l’illusione di realtà, dall’altra appesantisce con una contrapposizione visiva quella già forte ed evidente dei dialoghi.

A tratti sembra che Shanley nel passaggio dal palcoscenico allo schermo cinematografico non abbia tenuto conto del peso espressivo che ha l’inquadratura.
Sono alcune scelte di regia, come la prima entrata in scena di Sorella Aloysius, la sola mano che prende a sberle un bambino, o i primi piani di arcigna ed evidentissima durezza a togliere forza, scivolando verso uno stereotipo prossimo al fumetto, che non raggiunge la forza dalla tremenda maschera della madre superiora di Magdalene di Peter Mullan.

Conservatorismo e nuovo corso si contrappongono: formalmente un po’ forzata, ma emblematica, è la sequenza che alterna la cena silenziosa a base di latte e carne callosa delle suore a quella dei preti con goderecci piatti e abbondanti libagioni.
Maryl Streep e Philip Seymour Hoffman animano, un po’ sacrificati dal gioco ripetuto della contrapposizione, i due volti della chiesa. E’ buono il loro scontro quando si tinge di sfumature e ben riuscito è anche l’incontro tra Sorella Aloysius e la signora Mills, la madre di Donald (un’ottima Viola Davis), che affronta con lucidità e compassione le verità del figlio. Ma nel suo complesso la trasposizione cinematografica de Il dubbio di John Patrick Shanley lascia lo spettatore nel dubbio, e non solo perché fino alla fine non ci è dato di sapere se Padre Flynn sia innocente o colpevole di abuso sessuale.

Titolo originale: Doubt
Nazione: U.S.A.
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 104′
Regia: John Patrick Shanley
Sito ufficiale: www.doubt-themovie.com
Cast: Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis, Alice Drummond, Lloyd Clay Brown, Carrie Preston, Joseph Foster, Bridget Megan Clark, Audrie J. Neenan, Susan Blommaert
Produzione: Scott Rudin Productions
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
Data di uscita: 30 Gennaio 2009 (cinema)