“LO SGUARDO DEGLI ALTRI” e serata d’apertura miniciclo “Profondo SUD”

Cineforum Cinit Frari di Venezia

DOMENICA 23 MARZO ore 18

Tano da morire. di Torre (1997)

Storia parlata, cantata suonata e ballata di Tano Guardasi, boss palermitano ucciso nel 1988. L’esordio della trentacinquenne regista milanese ha davvero elettrizzato pubblico e critica, spiazzati e divertiti di fronte a un kitsch musicale che riempie di suoni e colori ogni fotogramma, che traduce in una sconcertante, bizzarra sceneggiata fatti di sangue e superstizione di crudo realismo.
Film che trasforma l’antropologa in spettacolo e comunicazione con una qualità rara nel cinema italiano: l’energia: DONATELLO 1998 PER MIGLIO REGISTA ESORDIENTE E PREMIO ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA LUIGI DE LAURENTIS PER MIGLIORE OPERA PRIMA DEL 1997.

DOMENICA 23 MARZO ore 20

Tutto l’amore che c’è. di Rubini (2000)

Carlo è un ragazzo pugliese di sedici anni che vorrebbe crescere in fretta e che si lascia guidare dai suoi amici, tutti più grandi di lui. MA la situazione ha una svolta quando in paese arrivano tre affascinanti ragazze milanesi.
C’è lo spostamento progressivo dell’amore, c’è l’eco della smania del tempo, c’è il gruppo musicale, quello teatrale, e il bagno al torrente, c’è la fabbrica cheap jerseys che chiude. Ci sono i genitori vagamente modernisti, con l’accento speciale del mondo del meridione. E c’è il nudo acerbo e sublime di Gaia che arriva al cuore di ogni ex adolescente, punto di fuga del film che vola con i pezzi dei King Crimson e dei Blood Sweet&Tears. Le facce dei giovani, bravi attori, sono antiche come i ricordi.

DOMENICA 23 MARZO ore 22

LaCapagira. di Piva (1999)

Bari, negli ultimi giorni di un inverno molto freddo una banda della piccola malavita di periferia si aggira alla ricerca di Top un prezioso pacchetto spedito dai Balcani e mai arrivato a destinazione. Cosa contiene il pacchetto? Scoprirlo è un modo per esplorare un sorprendente sottobosco cittadino.
Piva fa venire in mente il primo cinema di Pisolini, quello dei tempi di Accattone. Senza l’epica delle borgate e la tragedia finale, ma con un’attenzione pasoliniana per l’esattezza dei gesti, rituali della marginalità, la ruvida e aggressiva affettuosità tra uomini che denotano capacità di osservazione come non è dato trovarne a ogni angolo di strada.
Costato 300 milioni. Premiato con il Nastro cheap NFL jerseys d’Argento, il Donatello e cheap nba jerseys il Ciak d’Oro per opera prima e acclamato a Berlino. Questo film è la dimostrazione che il cinema indipendente in Italia vive di una creatività che lavora sotterranea, e che raramente riesce a emergere come meriterebbe.
Reale, grottesco, ironico. Da non perdere.

MERCOLEDI 26 MARZO ore21

Jalla Jalla! di Fares (2001)

Roro, figlio di un libanese emigrato a Stoccolma, è ben integrato: fa un lavoro umile ma divertente e ha una ragazza carina che ama. Ma un giorno scopre che la famiglia gli ha combinato un matrimonio con una connazionale…da qui un’irresistibile sequenza di guai,risse,incidenti e fughe! Il cinema del melting pot, quello che descrive i sogni e il tentativo di integrazione delle comunità straniere, non è più di casa solo in Inghilterra o in Francia. “Jalla,Jalla”ci porta in Svezia a sbirciare le comiche vicissitudini di una comunità libanese. Un buon ritmo e gustose scenette dove il sesso fa spesso capolino, fanno di Jalla Jalla un piccolo film in grado di far passare novanta minuti con il sorriso sulle labbra.

DOMENICA 30 MARZO ore21

East is east. di O’Donnel (1999)

Gorge padre di una numerosa prole decide di educarla secondo i precetti dettati dalla sua origine pakistana. Si trova così nel bel mezzo degli anni ’70 a dover fare i conti con le differenti storie di sei figli e di una figlia tutti alle prese con il fallimento delle rispettive unioni combinate in precedenza.
Damien O’Donnel rivela una originale leggerezza goliardica. Gettando lo sguardo su tematiche complesse, che incuriosiscono fortemente, il regista evita abilmente le facili soluzioni comiche e i cliché anglo-asiatici. Una storia in cui qualsiasi emigrante che viene a contatto con altre culture si può immedesimare. Un film sulle proprie tradizioni familiari rispetto al progresso sui valori del passato rispetto a quelli del giovani, un film che può parlare a chiunque insomma. Ironico,colorato,vivo,divertente e intelligente. Premio British Academy per il miglior film dell’anno.

MERCOLEDI 2 APRILE ore21

Salaam Bombay. di Nair (1988)

Dopo essere stato abbandonato dal circo in cui lavorava, il piccolo Krishna approda a Bombay dove vive per la strada guadagnandosi da vivere come portatore di te o di pane e imparando la dura e impietosa legge della metropoli.
Ammirevole film che, come News ogni opera neorealistica seria, nasce da un meticoloso lavoro di ricerca e documentazione.
Mira Nair sceglie di raccontare una storia estrema in bilico tra drammaticità documentaria e pathos narrativo. Commovente.

DOMENICA 6 APRILE ore 21

Kadosh. di Amos Gitai (2001)

Nel quartiere ebraico ultra ortodosso di Gerusalemme, una donna si ribella al destino deciso per lai dal rabbino della sua comunità. Le donne sono le vere protagoniste del film, vivendo in prima persona le contraddizioni della comunità che sacrifica al rituale e ai comandamenti ogni aspetto del quotidiano, anche il sesso. Gitai, che per molti anni ha vissuto lontano da Israele per le sue idee sulla questione palestinese, ci offre un documento lucido e sofferto sul rapporto tra individuo e comunità e mette in scena un tema senza tempo e senza : spazio: la contraddizione tra le regole e i desideri. Reale,crudo,amaro,attuale. Presentato al Festival di Cannes del 1999.

MERCOLEDI 9 APRILE ore 21

Le biciclette di Pechino.di Wang Xiaoshuai (2001)

La bicicletta rubata come metafora sociale in cui l’oggetto perse il suo significato reale per assumerne uno simbolico. Per due giovani protagonisti la bicicletta serve a uno per lavorare, all’altro per ottenere considerazione a scuola. Il furto della bici fa perdere il lavoro al fattorino Guo Liang. La stessa bici viene acquistata al mercato delle pulci da Li Bin. Chi dei due ha diritto di tenerla?Forse non resta che imparare a condividerla. Il conflitto tra i due commuove lo spettatore e riporta alla memoria “ladri di biciclette”. Il film mescola il realismo del ritratto della città fra vicoli paesani e grattacieli metropolitani, il valore simbolico del possesso della bici e la psicologia semplice e insieme complessa dei ragazzi di diversa estrazione sociale.
Semplice, efficace. Una piccola storia che parla di grandi trasformazioni. Orso d’argento, Gran premio della giura e orso d’argento come miglior esordienti ai due giovani attori What a Berlino 2001

DOMENICA 13 APRILE wholesale MLB jerseys ore 21

Non uno di meno. Di Zhang Yimou (1999)

Una ragazzina di tredici anni viene incaricata dal sindaco di sostituire il maestro nella scuola di un paesino rurale. Una bella storia dal sapore neorealista con sullo sfondo la miseria ma con una grande voglia di wholesale NFL jerseys credere nel futuro e nel lieto fine. Senza retorica, parlano sentimenti autentici con volti autentici di attori per caso. Il regista dice: “In questo film ho scelto un lieto fine, ma desidero che il pubblico sappia che le cose in Cina vanno diversamente e che molti dei nostri bambini non conoscono il lieto fine. Il film è dedicato a loro”. Tenero, commovente, limpido e dirette. Imperdibile. LEONE D’ORO ALLA 56ma MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (1999).

Le proiezioni si effettuano al Teatro dei Frari San Polo 2424/Q – Calle dietro l’Archivio- Tra San Rocco, i Tolentini e San Giovanni Evangelista.
Per informazioni contattare l’organizzatore Giovanni Santoro: info @nonsolocinema.com