Copenaghen 1975. Erik, docente di architettura, e Anna, giornalista televisiva, con la figlia adolescente Freja, ritornano alla casa che è stata della famiglia di Erik, ma è tanto grande che ci si perde. Anna allora la immagina piena di “fantastica gente” e propone al marito di farla diventare una comune, vivere tutti insieme con regole condivise e suddivisione dei compiti. Si uniscono al progetto l’amico Ole, una coppia con un bambino ammalato di cuore, una giovane donna effervescente e libera e un uomo d’origine mediorientale che è nell’impossibilità di contribuire economicamente, ma che dal gruppo viene accettato per compensare i privilegi di classe. La casa si anima di voci, di contrasti e d’affetto; è bella, accogliente e le scelte sono sottoposte a democratica verifica. Anna è carismatica, gli amici la amano, l’ascoltano, ma Erik sembra aver perso qualcosa, l’esclusività di un rapporto, la piena attenzione della moglie; e nella sua vita si affaccia la meravigliosa bellezza di una sua studentessa, l’attrazione è immediata, diventano amanti. La crisi della coppia mette alla prova tutta la comunità, modificando i ruoli, includendo ed escludendo, pur nella condivisione profonda del dolore che nasce dal lutto e dall’abbandono.
Ancora una volta, Thomas Vinterberg scandaglia con minuzia l’animo umano e le dinamiche tra il singolo e il gruppo; racconta la realizzazione di un’utopia con una messa a fuoco multipla e registri diversi, coadiuvato dalla scrittura condivisa con Tobias Lindholm e dalla felice scelta del cast, tra cui Trine Dyrholm (Orso d’Argento per la migliore interpretazione femminile alla Berlinale 2016), Ulrich Thomsen e la giovanissima Martha Sofie Wallstrøm Hansen.
L’entusiasmo di Anna per un modo diverso di vivere gli spazi e i rapporti sembra spezzare involontariamente l’equilibrio di coppia, ma la regia non rende esplicito questo, lavora sfumando; il focus si sposta sulla funzione del gruppo: la sua capacità di assorbire il fallimento di un matrimonio o di restarne travolto. La sostanza del film ha le sue radici nel vissuto del regista, che in una comune è cresciuto dai sette ai diciannove anni; il suo sguardo è evidentemente affettuoso nel mettere in scena le relazioni, il lato pubblico e quello nascosto di ogni personaggio. Vinterberg precisa lo scarto che c’è tra l’immagine ideale che si ha di sé e quella reale: Anna, forte del suo ruolo nella comune e della posizione di donna socialmente realizzata, azzarda una soluzione che le è fatale, mettendo a repentaglio sé stessa e tutto quello che ha costruito negli anni.
É il racconto della coppia che deflagra in una condizione di convivenza allargata, ma Vinterberg non vuole affermare che sia questa condizione il detonatore: non sappiamo cosa sarebbe successo se Anne e Erik fossero vissuti da soli, nella casa bella e troppo grande per loro. Scene e sequenze ricostruiscono la variabilità che attraversa gli animi in uno spazio condiviso; di un variegato gruppo di uomini e donne che si muovono osservati da un bimbo di sette anni, che per attirare l’attenzione si dichiara condannato a morire, e da un’intensa adolescente che viene chiamata a dare, con lucidità e saggezza, la risposta che gli adulti intrappolati dai nuovi conformismi non riescono a dare.
Kollektivet è l’immagine di una generazione che ha sperimentato un modo diverso di vivere e pensare e che ha pagato sulla propria pelle le dolorose contraddizioni che andavano a minare la realizzazione di un ideale di vita. Il superamento della famiglia, il suo allargamento a una dimensione comunitaria non riesce a reggere i contraccolpi della mutazione della coppia, alla sua apertura, al dolore e alla frustrazione degli abbandoni; ma la varia umanità raccontata da Vinterberg, tra sorrisi e sofferenze, con le idiosincrasie, le piccole e grandi miserie, gli egoismi e le leggerezze, esprime soprattutto, e al di là di tutto, un autentico desiderio d’amore e di condivisione e una forte spinta ideale che si trasforma presto in fallimento.
Titolo originale: Kollektivet
Conosciuto anche come: The Commune
Nazione: Danimarca, Svezia, Olanda
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 111′
Regia: Thomas Vinterberg
Sito ufficiale: www.curzonartificialeye.com/the-commune
Social network: facebookCast: Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Helene Reingaard Neumann, Martha Sofie Wallstrøm Hansen, Lars Ranthe
Produzione: Zentropa Entertainments, Danmarks Radio (DR), Det Danske FilminstitutDistribuzione: Bim Distribuzione
Data di uscita: 31 Marzo 2016 (2016)
Berlino 2016 – Competition