Venezia 71. Concorso
Victor è un adolescente che vive vicino a Montpellier con la madre malata di cancro. La mancanza di denaro potrebbe constringerli ad abbandonare la casa dove vivono. Quando in città giunge il padre, famoso direttore d’orchestra che non ha mai conosciuto, Victor si troverà ad affrontare contemporaneamente tre sfide: evitare di trasferirsi, conquistare Luna, la ragazza di cui è invaghito e passare un provino per entrare in uno dei training camp di calcio più prestigiosi in Francia. Dovrà prendere in mano il proprio destino, compiendo il decisivo passaggio verso l’età adulta.
Le dernier coup de marteaux, l’ultimo colpo di martello, si riferisce al terzo colpo di martello presente nella partitura originale della Sinfonia n. 6 di Mahler, presente nella partitura originale ma eliminato dall’autore in sede di rappresentazione perchè convinto che fosse un presagio di morte, dell’ineluttabilità del destino. Anche il protagonista del film, il giovane Victor, si trova a fare i conti con forze invisibili che sembrano trascinarlo lontano da tutto ciò cui tiene: la madre, la casa, il calcio, la ragazza di cui è innamorato. In un periodo di profonda confusione interiore come l’adolescenza il ragazzo si trova a dover prendere decisioni da adulto, ma non sa come risolvere i suoi problemi. L’ingresso in scena del padre, che lo aveva abbandonato quando era piccolo, lo porterà ad affrontare un percorso di crescita che gli fornirà gli strumenti per prendere in mano il proprio destino.
Il rapporto tra padre e figlio è centrale nel film diretto da Alix Delaporte, già a Venezia nel 2010 con Angèle e Tony. L’incomunicabilità tra i due è evidente e palpabile, e verrà superata solo grazie alla musica, linguaggio universale che permette al padre di aprirsi al figlio, e a questi di comprendere il mondo del genitore.
La forza del film sta nella naturalezza delle situazioni, che si riflette anche in recitazione e fotografia. L’adolescenza di Victor viene ritratta con sguardo dolce e poetico, senza retorica né facili sentimentalismi, in un film che accompagna delicatamente lo spettatore attraverso il quotidiano del protagonista.
Gli attori sono veri e per questo toccanti: Clotilde Hesme conferisce grande dignità e dolcezza a Nadia, la madre di Victor, creando un personaggio che affronta le difficoltà a testa alta nonostante i momenti di crisi, e che riempie la vita del figlio di affetto e amore. Romain Paul interpreta il protagonista con una vitalità che non può lasciare indifferenti, regalando una prova convincente che lo rende uno dei più seri candidati per il Premio Mastroianni.
La fotografia naturalistica di Claire Mathon, già collaboratrice della Delaporte in Angéle e Tony, combina alla perfezione la quotidianità di ambienti e situazioni con luci crepuscolari che donano alla vicenda un’atmosfera quasi magica, sospesa nel tempo, in cui ogni cosa sembra accadere nello stesso, infinito istante.
Alix Delaporte dimostra di aver assimilato e superato la lezione della Nouvelle Vague e dei fratelli Dardenne, e realizza un film che, a dispetto dell’apparente semplicità, affronta molte tematiche complesse, dalla malattia al rapporto genitori-figli, mantenendo in equilibrio le diverse linee narrative con maestria e abilità. La regista rende magico e poetico il quotidiano, trasmettendo quel misto di dolcezza, malinconia e disperato desiderio di vita che caratterizza il passaggio dalla giovinezza alla vita adulta.
Titolo originale: Le dernier coup de marteau
Nazione: Francia
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Durata: 82’
Regia: Alix Delaport
Cast: Romain Paul, Clotilde Hesme, Grégory Gadebois, Candela Peña, Tristán Ulloa
Data di uscita: Venezia 2014