Fuori concorso
Sul finire della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti assediarono l’apparentemente insignificante isoletta sulfurea nipponica di Iwo Jima, nel Pacifico. Pochi chilometri quadrati di rocce vulcaniche, ma per gli americani ideale punto di decollo e rifornimento per i bombardieri in rotta verso Tokyo. I giapponesi si prepararono a difendere, fino alla – praticamente sicura – morte, il suolo sacro della patria, costruendo gallerie e trincee sul Monte Suribachi e sul resto dell’isola, sotto il comando del generale Kuribayashi. Eastwood ricostruisce la cruenta battaglia, dal grande valore simbolico, attraverso le emozioni e le lettere scritte ai propri cari di alcuni degli uomini dell’esercito giapponese, dal comandante in capo al soldato semplice, che vissero quegli avvenimenti.
Dopo Flags of our fathers e la decostruzione della retorica dell’eroismo del soldato, il regista quasi settantasettenne dagli occhi di ghiaccio, due volte premio Oscar, torna su Iwo Jima. Ma questa volta senza “l’altra faccia della guerra”, senza fardelli di fuorvianti patrie glorie e senza vie di fuga. Eastwood torna nell’Isola di zolfo per restarci e, assieme ai militi nipponici, per raccontare i pensieri e le disillusioni di alcuni uomini senza futuro. Immutati sono lo spirito umanistico e la delicata sensibilità con cui l’autore californiano si avvicina ai suoi personaggi, ai protagonisti di una vicenda bellica in grado di annullare le diversità e rivelare l’essere umano per quello che è, al di là di condizionamenti razziali, etnici, politici e culturali.
Così Lettere da Iwo Jima (distribuito in lingua originale – giapponese – con i sottotitoli) ripropone, senza banalità, la quotidianità di giovani lontani dalle proprie famiglie e dalle proprie aspirazioni, impegnati in una guerra che sentono di dover onorare, ma fiaccati prima dalla mancanza dei propri affetti che dall’insalubrità dell’aria e dell’acqua dell’isola e dal fuoco avversario. Soldati per numero inequivocabilmente inferiori agli assedianti, e per questo non “autorizzati” a morire prima di aver ucciso almeno dieci nemici; fanti, aviatori e marinai rintanati in gallerie di pietra lavica nella snervante attesa di quel momento che, inevitabilmente, seppur in difesa della patria, li avrebbe privati del loro essere. Oltre ventimila soldati giapponesi (e settemila americani) perirono su quel maleodorante lembo di terra in mezzo al Pacifico. Marines e combattenti per l’Imperatore, ragazzi con divise differenti, priorità culturali e radici diverse, ma accomunati da un evento in grado di ingurgitarli e annullarli sotto il peso della Storia.
Eastwood ridona dignità al singolo come individuo della specie umana, né buono né cattivo, ma in grado di compiere azioni dell’uno e dell’altro tipo; abbatte ogni retorica e ogni barriera culturale, veste i panni di quello che è sempre stato considerato “altro” e restituisce un quadro ricco di valori e sensazioni universali, impossibili da strumentalizzare. Si identifica con il generale Kuribayashi (un bravissimo Ken Watanabe), conoscitore dell’America ed impotente comandante di migliaia di uomini che non rivedranno le loro mogli e i loro figli. E se per i soldati in prima linea la speranza e il contatto con la “normalità” erano affidate a poche righe di pugno di chi era rimasto a casa (ogni madre, statunitense o giapponese, riservava le stesse parole cariche d’apprensione e, allo stesso tempo, fiducia ai propri figli), le lettere che si scrivevano al fronte, o sotto i bombardamenti, anche se nessuno le avrebbe mai lette, rappresentavano l’unico appiglio per sentirsi ancora vivi, ancora uomini.
Titolo originale: Letters from Iwo Jima
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Drammatico, Guerra
Durata: 140′
Regia: Clint Eastwood
Sito ufficiale: www.iwojimathemovie.warnerbros.com
Cast: Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Shido Nakamura, Tsuyoshi Ihara, Ryo Kase, Yuki Matsuzaki, Hiroshi Watanabe, Takumi Bando
Produzione: Amblin Entertainment, DreamWorks SKG, Malpaso
Productions, Warner Bros. Pictures
Distribuzione: Warner Bros.
Data di uscita: 16 Febbraio 2007 (cinema)