Anne Tyler è senza alcun dubbio una di quelle scrittrici che coniuga semplicità di forma e temi universali alla realtà malinconica delle esistenze umane, in particolare quelle femminili. Popolare in madrepatria, tanto da essere citata persino nella serie cult Six Feet Under, dove una copia di un suo libro è visibile sul tavolo della cucina di Ruth Fisher, una delle protagoniste della serie, i cui tratti psicologici e dubbi esistenziali della mezza età molto hanno in comune con le donne sviluppate dalla penna dell’autrice in questione.
Tyler è la narratrice che più di ogni altra ha raccontato con dovizia di particolari la vita degli uomini e delle donne della città di Baltimora. Il suo successo indimenticato è tutt’ora Turista per caso (anche a causa del popolare adattamento cinematografico omonimo realizzato nel 1988 per la regia di Lawrence Kasdan e interpretato da William Hurt, Geena Davis e Kathleen Turner), per il quale fu candidata al prestigioso premio Pulitzer, ma il testo al quale dichiara di essere maggiormente legata è il corrosivo Ristorante nostalgia, pubblicato nel 1982. In realtà, il romanzo più complesso sotto l’aspetto linguistico è Lezioni di respiro, uscito in patria nel 1988 e in Italia nel 1990 presso Ugo Guanda Editore. Il suo titolo originale è, ovviamente, Breathing Lessons. Entrata subito a far parte della lista dei bestseller, l’opera diede molte soddisfazioni a colei che lo scrisse, non ultima proprio quella della vittoria dell’agognato Pulitzer. E non è un caso.
Lezioni di respiro è senz’altro una delle opere più compatte e interessanti dell’autrice perché utilizza una prosa raffinata e al contempo molto semplice e diretta nel modo in cui racconta quella singola giornata nella vita di Ira e Maggie Moran, una coppia ordinaria della periferia di Baltimora, che deve recarsi fuori città al funerale del marito della migliore amica di lei, Serena. I due, nel corso di quel piccolo viaggio, faranno i conti con se stessi e con il pensiero dell’ingresso della propria esistenza in una nuova fase della vita, ossia la mezza età che porta con sé quel senso doloroso di solitudine “definitiva” ormai materialmente alle porte, considerato che la figlia minore l’indomani li lascerà per andare a studiare all’università. Ognuno, quindi, è l’unica cosa che resta all’altro. L’autrice costruisce una storia fatta di una malinconia attanagliante, dove fuoriesce la sensazione di una desolante diversità fra un uomo e una donna, che però conoscono l’altro più di quanto conoscano se stessi.
Anne Tyler sceglie una prosa fluente, strutturando il libro in tre parti, nelle quali in maniera alternata descrive il punto di vista dell’uno o dell’altro coniuge. Il viaggio che i due protagonisti compiono in quel sabato di inizio autunno (si noti con quale accuratezza certi riferimenti all’ambiente circostante servano a raccontare certi aspetti di Maggie ed Ira) li conduce verso ricordi lontani, spesso dolorosi, e si ricorre all’uso del flashback per rielaborarli. La scrittrice mette sotto l’occhio del microscopio le vicende di queste due persone che non sembrano avere molto in comune e sembrano comprendersi molto poco, anche se, forse, ognuno conosce i comportamenti dell’altro meglio dei propri. L’analisi della quotidianità continua ad essere il tema centrale della poetica di Tyler e la base tramite la quale arrivare a toccare le corde dell’animo umano. I suoi personaggi, infatti, anche una volta, sono protagonisti di una vita grigia e priva di sfumature. Metafore con i luoghi, i tempi e gli oggetti si confrontano con il dolce tepore di vite rimaste a metà, dove si prova solamente l’accenno di un rimorso al quale non si può, però, non pensare. Nel 1994, il romanzo è stato oggetto di un adattamento televisivo, piuttosto fedele e diretto da John Erman e interpretato brillantemente da Joanne Woodward, la vedova di Paul Newman, e James Garner, trasmesso dal network CBS.
Anne Tyler, Lezioni di respiro, TEA, 2005, pp. 323, 8,00 euro.