Dagur Kári per il suo esordio alla regia mette in scena i paesaggi sconfinati della sua terra, l’Islanda, rappresentandola attraverso gli occhi di Nói, un ragazzo alla soglia dell’età adulta che si comporta da ribelle (al suo posto a scuola c’è un registratore che registra le lezioni) e sogna luoghi lontani, ipotizzati come migliori della neve azzurra e del gelo tagliente del suo piccolo paese.
Nói nonostante il suo comportamento è dotato di un intelligenza eccezionale e in evoluzione, come il suo rapporto con l’altro sesso personificato da Iris, ragazza con cui vorrebbe scappare lontano. La storia potrebbe sembrare banale, ma ciò che è interessante è come viene sviluppata dal regista, come sceglie di rappresentare i sentimenti e il calore delle persone nella quotidianità seriale dei giorni sempre innevati. I personaggi sono ben caratterizzati; il padre di Nòi, tassista alcolizzato con velleità musicali, che in un impeto di violenza distrugge un pianoforte accusato di non contenere più alcuna musica. La nonna di Nòi, personaggio positivo e tenerissimo all’interno della narrazione, dolcezza senile che sa penetrare il cuore scontroso del nipote e che serve ad alleggerire la drammaticità e la lentezza di certi momenti.
Leggerezza e limpidezza della fotografia filtrata di blu divengono intensità amplificata nel finale inaspettato e drammatico che si chiude con l’immagine di un non-luogo tropicale, icona di speranza o rassegnazione definitiva. Questo film rappresenta l’esempio di come la semplicità e la sincerità della regia possano essere efficaci e come possano veicolare emozioni forti e piene di calore.
La colonna sonora dalle atmosfere alla Sigùr ros, è del gruppo musicale di Kári, gli Slowblow, ed accompagna con toni caldi il gelo delle immagini che scorrono.
Regia, soggetto e sceneggiatura: Dagur Kári
Fotografia: Rasmus Videbaek
Origine: Islanda, Germania, GB, Danimarca
Anno: 2003
Cast: Tómas Lemarquis (Nói), Phröstur Leó Gunnarsson (Kiddi), Elin Hansdóttir (Iris), Anna Fridriksdóttir (Lina), Hjalti Rognvaldsson (Oskar)
Durata: 92 minuti