Una danza visionaria e iperrealistica, fortemente fisica, unita alle teorie cognitiviste sui meccanismi di funzionamento della mente umana. È questa la suggestione di “ENTITY”, lo spettacolo che il coreografo britannico Wayne McGregor porta a Padova, mercoledì 8 aprile, all’interno del festival internazionale PROSPETTIVA DANZA TEATRO 2009 – Danzare la meraviglia diretto da Laura Pulin. In scena al Teatro Verdi alle 20.45 con la compagnia Random Dance di cui è fondatore e direttore, McGregor è uno dei nomi di punta del panorama della danza contemporanea.
Colto e spregiudicato trentottenne, primo coreografo contemporaneo cui sia stata assegnata la residenza al Royal Ballett di Covent Garden (Londra), negli ultimi 15 anni McGregor ha rappresentato in tutto il mondo creazioni fuori dell’ordinario, in una costante esplorazione tra movimento e scienza.
Sul palcoscenico padovano si esibiranno Neil Fleming Brown, Catarina Carvahlo, Agnès López Rio, Paolo Mangiola, Ángel Martinez Hernandez, Anh Ngoc Nguyen, Anna Nowak, Maxime Thomas, Antoine Vereecken e Jessica Wright. Random Dance, compagnia residente al Sadler’s Wells di Londra nata nel 1992, si è imposta a livello internazionale proprio grazie allo studio del rapporto tra danza e tecnologia, collaborando costantemente con artisti multidisciplinari, ma anche neuroscienziati e specialisti delle patologie del cuore.
Fanatico di computer da quando era ragazzo, McGregor ha mostrato gli esiti delle sue sperimentazioni fin da “Sulphur 16”, in cui i suoi ballerini si muovevano circondati da figure generate dal computer, passando per “Nemesis”, ispirato dal comportamento degli insetti, “Ataxia”, sui disordini della coordinazione, e “Amu”, sugli effetti fisici delle emozioni. In “ENTITY”, parte integrante del suo “Entity Research Project”, il coreografo ha chiesto la collaborazione degli scienziati cognitivisti “sul tema dell’identificazione dell’intelligenza cinestetica – spiega McGregor – smontandola e usando le informazioni ricevute per costruire artificialmente degli agenti coreografici intelligenti, capaci di risolvere problemi, senza danzare le soluzioni ma generando un’architettura o una serie di numeri”. Il risultato costituisce una sfida di grande interesse: “Quel che mi preme – continua – è il modo in cui il lavoro del cervello ha un impatto sulla coreografia. Quali processi involve, in termini di organizzazione geometrica, matematica e di tempo?”
Ne nasce una danza di matematica precisione che appare improntata all’improvvisazione, ma che scaturisce invece da una sofisticata riflessione. Il movimento, unito alle musiche elettrizzanti di Jon Hopkins e Joby Talbot, è frenetico, adrenalinico: una gestualità dai ritmi sincopati, convulsi e anche violenti, capaci di abbattere la gabbia del visivo abitudinario.
Su pannelli semoventi, le proiezioni video digitali di Ravi Deepres creano l’illusione di un universo virtuale. Creature in bilico tra il reale e il cyborg, che confluiscono nell’intento di McGregor: quello di creare una sintesi poetica partendo da una sfida intellettuale, riuscendo a illuminare quella zona liminare che la scienza condivide con l’arte, la matematica, e con la bellezza.
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Wayne McGregor – Random Dance
ENTITY
direzione e ideazione Wayne McGregor – coreografie Wayne McGregor, in collaborazione con i danzatori – musiche originali Joby Talbot, Jon Hopkins
interpreti Neil Fleming Brown, Catarina Carvahlo, Agnès López Rio, Paolo Mangiola, Ángel Martinez Hernandez, Anh Ngoc Nguyen, Anna Nowak, Maxime Thomas, Antoine Vereecken, Jessica Wright
Possiamo usare il corpo per capire chi siamo? Domanda guida in ENTITY, che però non si traduce in una trattazione didascalica, in termini di danza, delle ipotesi di ricerca scientifica che suscita. La coreografia si sviluppa autonomamente, istintivamente, visceralmente, con un taglio lirico – nevrotico, seguendo le ragioni dell’arte e quelle di una danza ad alta velocità, con una scrittura calligrafica, d’acciaio per le gambe, di smontaggio per torso, braccia e mente.
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Wayne McGregor
McGregor è una punta di diamante della scena britannica attuale, per il suo inconfondibile tratto di visione distonica del corpo che corrisponde al mondo frammentato e disfunzionale in cui viviamo, condotto alla danza e alla coreografia da una folgorazione infantile per il John Travolta della Febbre del sabato sera. Vincitore del “Time Out Live Award” – nel 2001 e di nuovo nel 2003 – e corteggiato nel mainstream della danza internazionale, Wayne McGregor ha ricevuto commissioni dal Royal Ballet e dalla Rambert Dance Company, ma ha anche curato i movimenti coreografici del quarto episodio della saga cinematografica di Harry Potter, Il calice di fuoco, realizzato le coreografie del musical di Andrew Lloyd Webber, Woman in White, installazioni site specific per Hayward Gallery, Canary Wharf, Centre Pompidou, e ha firmato regia e coreografie di Dido and Aeneas di Henry Purcell al Teatro alla Scala. Recentemente McGregor è stato nominato coreografo residente del Royal Ballet, il primo in 16 anni e l’unico a provenire dal mondo della danza contemporanea. Wayne McGregor è ardito, ma non iconoclasta: anzi, paladino di un pensiero positivo del corpo, di un buon rapporto con il proprio corpo e con ciò che può fare“pensando fisicamente”. L’intento è quello di portare i valori della danza d’arte, concettuale nel suo caso, nei luoghi dell’establishment, dove finora avevano casa solo i coreografi di formazione classica.
Informazioni per il pubblico
padovacultura.padovanet.it – www.arteven.it/prospettivadanza09
Comune di Padova tel. 0498205611 – 5624
Arteven tel. 0415074711, [danza@arteven.it->danza@arteven.it]
Info mobili cell. 339.7898967
I biglietti (da 12 a 28 euro), sono in prevendita a partire dal 23 marzo al Teatro Comunale G. Verdi (tel. 049 87770213): il lunedì dalle 15 alle 18, dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.30, sabato solo dalle ore 10 alle 13 e il giorno dello spettacolo anche dalle ore 20.00.