Applausi a scena aperta all’Auditorium Conciliazione per lo spettacolo Personaggi di Antonio Albanese, grande mattatore e intrattenitore.
Il celebre attore, visto recentemente al cinema nel poco riuscito film Qualunquemente, si presenta solo su un palco oscuro, quasi totalmente vuoto. Personaggi è infatti un one man show gestito con
l’assoluta padronanza di chi ha ripetuto le sue battute migliaia e migliaia di volte, riuscendo però a donare al suo uditorio l’illusione della spontaneità. Questo senso di autarchia artistica è esponenzialmente aumentato da una scenografia spartana ed essenziale, illuminata seguendo un pugno di idee di messa in scena alquanto elementari.
Il pubblico in sala però non è interessato alla regia ma ha pagato un biglietto – anche piuttosto lautamente – per ridere. E Albanese non si fa certamente pregare. La sua non è una comicità basata su delle battute fulminanti o su dei testi particolarmente brillanti: sostanzialmente infatti ci troviamo di fronte agli stessi monologhi già visti all’interno di molteplici trasmissioni televisive. Gran parte del diletto degli spettatori, infatti, risiede anche nella riproposizione del già noto, nell’anticipazione e nella conferma, quasi nella rassicurazione, persino forse nel senso di oblio di sé generato dai “tormentoni” catodici.
Il vero talento di Antonio Albanese, però, risiede nello straordinario lavoro sul corpo performante, che denota una grandissima capacità di osservazione del reale. Attraverso una mimica che a volte sfiora l’eleganza e la grazie del balletto – pur volendo rappresentare spesso delle situazioni turpi – vengono infatti ricreate delle tipologie di personaggi che sono al contempo universalmente noti nelle loro caratteristiche più evidenti, ma anche molto caratterizzati e specifici, proprio grazie all’uso di un sterminato armamentario composto da tic, movenze, cadenze, pause verbali e stasi fisiche.
Il vero piacere dello spettacolo Personaggi, allora, non consiste tanto nella risata provocata da battute già sentite o ad ogni modo telefonate, ma nella stupore provocato dalla possibilità di vedere su un palco dei frammenti, quasi dei precipitati, di realtà: nel movimento di una mano, nella curiosa modulazione della voce dell’attore, nella danza estatica di forme generose, sono presenti delle improvvise epifanie riguardanti ciò che, in mancanza di termini migliori, può essere chiamato il “non categoriale” dei nostri comportamenti. La dolce timidezza di Epifanio e la subdola arroganza del Ministro della Paura, entrambe vivono in noi non come concetti, ma nella nostra carne, non in maniera astratta ma fisica, dinamica. Lo spettacolo Personaggi ce lo ricorda con evidenza sensibile e precisa, con il segreto augurio che dalla sua visione scaturisca una presa di coscienza dei nostri limiti e delle nostre potenzialità.
21 febbraio – 3 Marzo 2012 ore 21:00
Antonio Albanese in “Personaggi”
testi di Michele Serra e Antonio Albanese – collaborazione ai testi di Piero Guerrera, Enzo Santin, Giampiero Solari
www.auditoriumconciliazione.it