Gassmann affronta Shakespeare senza alcun timore reverenziale, sceglie di squadernare il testo originale, avvalendosi della collaborazione di Vitaliano Trevisan.
Lo spettacolo vuole essere moderno ed il testo di Trevisan agisce in questo senso: viene ridotto l’originale e reso più sintetico ed incisivo; ne viene aggiornato il linguaggio; parallelamente, si lavora sulla sceneggiatura per tentare di ricostruire un legame con l’originale, sulla scorta degli studi effettuati sulle diverse traduzioni del testo giunte fino a noi e nel tentativo di tenere conto delle analisi storiografiche sulle guerre per il potere nell’Inghilterra del Quattrocento.
Cosa significa rifare Shakespeare in chiave moderna? In questo spettacolo prevalgono alcuni caratteri:
Il trionfo dell’abnorme; Riccardo III è un gigante che si deve chinare per entrare in scena e che si rivolge ai suoi avversari dominandoli con lo sguardo; ricorda Frankenstein e come Frankenstein si sente solo, diverso da tutti.
La crudeltà dei crimini di Riccardo non viene risparmiata allo spettatore a cui è data la possibilità di assistere a tutti gli ammazzamenti del dramma shakesperiano. La regia di Gassmann sembra richiamare le pellicole di genere pulp. Tarantino in primis.
A ciò si aggiunge un utilizzo della farsa che spezza in alcuni punti la drammaticità dello spettacolo.
Shakespeare rivive in tinte forti; ciò che riassume bene la messinscena della piéce è il senso di anormalità che trasmette. Questo Riccardo III è moderno nella misura in cui è fuoriscala ed eccessivo. Ogni personaggio ed ogni battuta viene deformata sino a risultare mostruosa o ad evocare la mostruosità; la scenografia oltre che a richiamare atmosfere magiche e notturne (come in ogni buon Shakespeare che si rispetti) insiste molto su alcuni caratteri tenebrosi e gotici che fanno venire subito alla mente quelle leggende nordiche medievali piene di atrocità e terrore.
_ A segnare il distacco da quelle ambientazioni è, come abbiamo detto, il tono farsesco di alcune scene che però non è tanto insistito da dare allo spettatore l’idea che sia quella la chiave di lettura della messinscena, poichè appunto rimane sempre sottotraccia, non rompendo sufficientemente la carica drammatica dell’opera.
Saltano agli occhi il grande lavoro scenografico e l’appariscenza dei costumi, ricchi e imponenti (tanto più nelle vesti di Riccardo III), che richiamano, come notato in molte critiche, lo stile dei film di Tim Burton.
Rifare Shakespeare in chiave moderna vuol dire, quindi, anche, ricostruire lo spettacolo avendo in testa due autori contemporanei, come Tarantino e Burton, compiendo l’azione non usuale nel mondo teatrale di trasferire sul palcoscenico atmosfere cinematografiche – anche se è indubbio: è molto più moderno il cinema che il teatro!
Riccardo III era l’ultimo spettacolo in programmazione al teatro Goldoni di Venezia.
R III • RICCARDOTERZO
_ di William Shakespeare
_ regia Alessandro Gassmann
con
_ Alessandro Gassmann
_ Mauro Marino
_ Giacomo Rosselli
_ Manrico Gammarota
_ Emanuele Maria Basso
Durata 2 ore e 30 minuti compreso l’intervallo