Tutto ha il sapore dell’Evento : si tratta infatti della prima messinscena, nell’Europa continentale, di THE COAST OF UTOPIA, testo fiume di Tom Stoppard, del 2002, opera molto abiziosa, probabilmente il capolavoro del drammaturgo inglese. Sforzo produttivo enorme, quasi unico per
questi anni, che pullulano di allestimenti tesi al risparmio, di spettacoli con pochi personaggi, di monologhi, di dialoghi, di scenografie piatte o assenti. Sembra che lo spirito di Utopia del titolo aleggi, quindi, sull’impresa stessa e se alla fine tutto è riuscito, bisogna dire grazie all’alleanza di due Teatri stabili, e prima ancora al coraggio e alla caparbietà dell’attrice Michela Cescon, alla quale si devono l’idea e l’avvio dell’iniziativa. Le sette ore e passa di spettacolo-monstre (che
strano usare questi termini magniloquenti in relazione all’opera di uno scrittore così ironico e antidivo) sono andate in porto, divise in tre serate, superando immaginabili difficoltà logistiche.
Si aggiunga che l’esito favorevole del pubblico non sembrava così scontato, chè nonostante il testo sia opera di uno scrittore abilissimo, si tratta pur sempre di argomenti a prima vista ostici o lontani: le inquietudini e le vicende dell’intellighenzia russa ottocentesca pre-rivoluzionaria. Vi si parla di Marx e Hegel, di servitù della gleba
e di anarchia, nello script i personaggi protagonisti si chiamano Herzen, Turgenev, Bakunin, insomma anche lo spettatore piu interessato avrebbe potuto diffidare se non spaventarsi.
Condivisibile è stata la scelta di rappresentare in tre serate diverse le tre tappe dell’opera evitando così la fatica di un testo logorroico per tante ore consecutive, e soprattutto la divisione ha il merito di creare un impatto empatico “slowly”, facilitando un’affezione crescente del pubblico verso la maggior parte dei personaggi. Inoltre chi non ha avuto la chance di poter seguire tutte le tre serate, ha usufruito ugualmente di una o due spettacoli autonomi in sé compiuti, e godibili.
Il bel testo di Stoppard, come sempre, è teatro di conversazione d’alta fattura, di tradizione britannica con venature mitteleuropee (S. è di origine slovacca), costellato di battute fulminanti e di colpi di scena. I grandi protagonisti della stagione ideale sono mostrati nei fervori estremi della “passio “ideologica, ma brechtianamente li spiamo anche nei momenti intimi, quotidiani, ritratti spesso nelle loro miserie quotidiane, nelle turbolenze sentimentali, nei curiosi o toccanti passaggi privati: amori, amicizie, liti, curiose manie, lutti. E attorno, le compagne, i figli, le sorelle, le bambinaie, i servitori. Tutti sembrano indispensabili e nessuno è un contorno inutile.
La prima parte, VIAGGIO, si svolge in casa Bakunin, un’estate della campagna russa: palpabile atmosfera checoviana, Mikail Bakunin ancora giovanissimo , assistiamo alle sue “cotte” ora per Fichte, ora per Shelling, ora per Hegel, conosciamo la sua famiglia, si incomincia a capire che le donne e gli amori avranno una grande importanza in tutto il dramma: Si fa la conoscenza con Herzen ancora sconosciuto e squattrinato ma ebbro di sogni, è l’alba dell’utopia e il viaggio comincia.
Herzen diventerà, si puo dire, il protagonista, il punto di riferimento, per le due successivi segmenti intitolati NAUFRAGIO e SALVATAGGIO, che si ambientano a Parigi, a Londra, in Italia e in Svizzera. Casa Herzen, dovunque, sarà il punto di raccolta dei filosofi dei rivoluzionari degli ideologi, e il mood dominate è quello della sensazione di isolamento della lontana patria, la Russia, rispetto al resto d’Europa e la conseguente “nostalghia”
Ma i momenti piu coinvolgenti e commoventi dello spettacolo riguardano il privato l’apice emotivo è racchiuso nell’episodio del giovane Kolya, figlio sordo di Herzen, il sienzio della sua menomazione è quasi un poetico contrappasso alla dialettica spesso vana del genitore e dei suoi amici, tutta la sua tragica vicenda che sconvolgerà la vita della famiglia è scritto e rappresentato con rara suggestione.
Marco Tullio Giordana (a nostra memoria la prima sua regia nel teatro di prosa) ha diretto con perizia i molti attori e ha fatto in modo che il teatro di conversazione non divenisse chiacchiericcio salottiero. Molto felici le scene e le luci di Gianni Carluccio, con sipari, contro sipari e siparietti che dividevano lo spazio scenico creando ambiti allusivi per i numerosi cambi di scena. Proiezioni e giochi di luce creavano giuste atmosfere, oltretutto funzionali per i numerosi flash back e i salti temporali contemplati nel testo.
Pregevole la squadra di 31 attori tutti di buona qualità, di cui impossibile non sottolineare la prova di tre “punte”: Luca Lazzareschi, Giovanni Visentin e Denis Fasolo.
THE COAST OF UTOPIA
Viaggio- Naufragio-Salvataggio
regia M.T. Giordana, coproduzione Stabile Torino-Roma-Zachar
tre spettacoli di circa due ore ciascuno
al Teatro Argentina di Roma fino al 29.4.12, poi tournèè