Venezia 71. Concorso
Con Ghesseha, Banietemead riprende in mano alcuni dei personaggi dei suoi film precedenti e ne introduce di nuovi, in un incrocio casuale di vite nella loro quotidianità.
Non c’è un filo conduttore, esattamente come non esiste una sceneggiatura nella vita di tutti i giorni, i personaggi e le situazioni che Rakhshan presenta semplicemente esistono: sono operai senza stipendio, tassisti in fuga da criminali, mogli picchiate, registi impegnati, assistenti sociali più simili alle loro pazienti di quanto vorrebbero ammettere perfino con se stesse.
Non si può prevedere cosa porterà il futuro – un incontro con un’amica d’infanzia caduta in disgrazia, una lettera da un ex marito a turbare la quiete familiare, una dichiarazione d’amore inaspettatamente profonda e toccante. Principalmente, ma non solo, sono donne le protagoniste di questo film, donne che resistono alle quotidiane avversità in un paese, l’Iran, che non è noto per la sua larghezza di vedute.
Per sua scelta, Rakhsan Banietemad vuole che i suoi film possano essere visti dal pubblico iraniano, più che non da quello internazionale e, in mancanza dell’approvazione della commissione governativa per la proiezione in Iran, rifiuta anche di portarli ai festival fuori dal paese. Non ci si aspetti quindi un film apertamente di denuncia, o di chiara opposizione al governo, che sarebbe stato censurato senza raggiungere le sale. Piuttosto un racconto, o una serie di racconti, che mostrano uno spaccato delle vite e delle lotte di tutti i giorni della gente comune, gli “invisibili.” Nulla che non sia già stato mostrato o raccontato, da altri registi e con altri toni, ma la naturalezza delle situazioni proposte unita alla mancanza di un chiaro conflitto rendono apprezzabile l’opera senza appesantirla.
Forse si può considerare un’occasione perduta, ma girare in Iran inevitabilmente pone di fronte a delle scelte: Moshen Makhmalbaf ha optato per l’auto-esilio; Jafar Panahi (a Venezia solo simbolicamente nel 2011 con This is not a film) è agli arresti domiciliari e impossibilitato a girare film per 20 anni;Bahman Ghobadi è stato costretto a fuggire dopo aver concluso le riprese de I gatti persiani. Banietemad sceglie l’escamotage di girare dei racconti brevi (che non richiedono l’autorizzazione della commissione) che raccontassero piccoli spaccati del suo paese.
Un’altra forma di resistenza, un altro modo per far rimanere vivo il cinema iraniano.
Titolo originale: Ghesseha
Nazione: Iran
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Durata: 88’
Regia: Rakhshan Banietemad
Cast: Fatemeh Motamedaria, Peiman Moadi, Baran Kosari, Farhad Aslani, Mohammadreza Forootan, Golab Adineh, Mehdi Hashemi, Atefeh Razavi, Habib Rezaei, Hassan Majooni, Mehraveh Sharifinia, Shahrokh Forootanian, Rima Raminfar, Babak Hamidian, Negar Javaherian
Produzione: Kanoon Iran NovinData di uscita: 16 Aprile