Venezia 67. Concorso
Parigi, 1817, Accademia Reale di Medicina. “Non ho mai visto testa umana più simile a quella di una scimmia”. Di fronte al calco del corpo di Saartjie Baartman, l’anatomista Georges Cuvier è categorico.
Un parterre di distinti colleghi applaude la dimostrazione. Sette anni prima, Saartjie lasciava l’Africa del Sud con il suo padrone, Caezar, per andare ad offrire il suo corpo in pasto al pubblico londinese delle fiere e degli zoo umani. Donna libera e schiava al tempo stesso, la “Venere ottentotta” era l’icona dei bassifondi, sacrificata al miraggio di un’ascesa dorata…
Kechiche ritorna alla 67. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica in concorso con Venus noire, un film rigoroso, estremo, violento.
Venus noire è una storia vera e disumana. Racconta la vita di Saartjie, Sarah Baartman, arrivata in Inghilterra dal Sudafrica (dove il suo corpo è tornato nel 2004, a seguito di pressanti richieste inoltrate al Governo Francese. Lei è un’icona per molti Sudafricani), donna libera e schiava allo stesso tempo, sradicata dalle sue radici con la promessa di far parte di una compagnia di spettacolo.
Sarah è un personaggio complesso, caratterizzato dalla solitudine, ma ostinato, con una certa padronanza (fuma il sigaro, ha il suo stile nel vestire e vuole mettere da parte un po’ di soldi per tornare in Patria come donna libera). Si esibisce nel ruolo di selvaggia, umiliata davanti a un pubblico inglese curioso (ma è in Inghilterra che il suo “impresario” viene posto sotto processo per schiavismo), sottomessa come un animale a Parigi, davanti a festini baccanali; impaurita davanti a carnefici del museo naturale che la vogliono studiare come fosse una bestia.
Lei si definiva un’artista, si mostrava come gli altri la volevano vedere, ma era schiava del modo in cui gli altri la vedevano.
Venus noire sconvolge il pubblico; per realizzarlo il regista ha condotto un’inchiesta di ricostruzione dei fatti, alcuni episodi sono mostrati tali e quali in base a testimonianze dell’epoca.
La violenza è quella dello sguardo. Il film è una riflessione sulla direzione dello sguardo dello spettatore.
La ricchezza di questo personaggio, interpretato forza e passione da Yahima Torrés, è una morsa che attanaglia l’animo dello spettatore (l’attrice è stata notata dal regista nel 2005, lei passò vicino a casa sua e fu subito colpito dai lineamenti e dalla sua presenza.)
Kechiche, che a Venezia aveva già trionfato nel 2007 con Cous Cous, ha compiuto un percorso psicologico sottile e sensibile, viscerale sul corpo di Saartjie, un corpo anomalo, abissale, per i modelli europei, considerato una novità, non un essere umano.
Il percorso registico ha reso nell’unico modo possibile, di impatto crudele, la storia di questa donna.
Titolo Originale: Venus Noire
Anno: 2010
Nazione: Francia
Regia: Abdel Kechiche
Cast: Olivier Gourmet, Jean-Christophe Bouvet, Jonathan Pienaar, André Jacobs, Olivier Loustau, Diana Stewart, Gilles Matheron, Violaine de Carne, Christian Prat, Jeanne Corporon.
Distribuzione: Lucky Red
Uscita: Venezia 2010