Matteo Garrone produce il film del suo assistente alla regia Andrea Tagliaferri.
In concorso al 35° Torino Film Festival, Blue Kids è una storia cupissima, priva di morale. Come del tutto imperturbabili dai mali del mondo e dalla conseguenza delle loro azioni sono un fratello e una sorella. Cresciuti in una famiglia benestante di imprenditori, che si sporcano le mani con il lavoro, i due fratelli, in età universitaria, restano orfani di madre. La donna lascia tutto al padre dei ragazzi. Per i due nullafacenti, che non studiano, saccheggiano chiese e perdono tempo sognando di fare il giro del mondo, è un problema non avere “i soldi di mamma”.


Freddi e sicuri di sé, escogitano un piano criminale per averla vinta. Nel mettere in atto le loro azioni diaboliche, trascinano nel baratro chi capita a tiro.
Andrea Tagliaferri si addentra nei buio dell’anima di due mostri, messi al mondo, comunque, da due adulti incapaci di instillare in loro un germe di coscienza.
Il difetto di questo lavoro è che percorre troppe strade lasciandole a metà; come imbocca un sentiero, il regista a un certo punto fa un’inversione e cambia percorso e così apre discorsi senza chiuderli.
Blue Kids, con la sua atmosfera glaciale – perfetti la fotografia di Sara Purgatorio; e le scenografie e i costumi di Mauro Vanzati – resta la storia di due giovani adulti incapaci di crescere perché incapaci di vivere; canzoni di cartoni animati e da ninna nanna scandiscono le loro giornate verso un futuro già segnato, senza avere un passato.