33TFF: “I Racconti dell’Orso” di Samuele Sestieri, Olmo Amato

Una favola ai confini del mondo

Torino 33
Una bambina, seduta sul seggiolino di una macchina, mentre il padre guida su una strada che attraversa un bosco, sogna.

Sogna due strani personaggi, un omino vestito di rosso, stilizzato come quello dei segnali stradali, e un altro con la faccia robotica e un mantello che gli copre anche la testa, un monaco meccanico.
_ In questo sogno i due si rincorrono. O meglio, un monaco meccanico insegue l’omino rosso che fugge attraverso i boschi, laghi, torrenti.

L’uomo non c’è; c’è solo la natura incontaminata e questi due strambi soggetti che corrono, parlando una lingua di suoni, non parole, e una ninna nanna che fa da sottofondo. Siamo sempre nel sogno di una bambina. Rincorrendosi giungono fino alla collina magica, dove un peluche strappato riesce a farli riappacificare e li unisce in preghiera per la sua guarigione.

I Racconti dell’Orso, suddiviso in sette capitoli – il viaggio, i consigli delle renne, la collina magica, le tre preghiere, il lungo addio, perso nella nebbia e ritorno a casa – è l’opera prima, finanziata col crowdfunding, di due giovanissimi registi Samuele Sestieri (classe 1989) e Olmo Amato (classe 1986).
_ I due sono partiti da Roma direzione Helsinki/Capo Nord.
_ Quaranta giorni di riprese in terre meravigliose che lasciano senza fiato per “trasformare la povertà dei mezzi disponibili in autentica risorsa: nessun dolly, nessun carrello, nemmeno una steadicam. Lontani dall’eccessiva programmazione e dallo studio a tavolino, abbiamo voluto restituire una messa in scena viva, pulsante, che respira con i suoi personaggi.
_ La sfida era quella di girare un film in due persone, nella convinzione che filmare fosse, prima di tutto, un gioco bellissimo da portare fino alla fine”.

Sono due giovani registi che hanno conoscenza degli spazi e di come risaltarli con la macchina da presa; e il loro essere alle prime armi li scusa dell’eccessiva ricerca onirica in un lavoro che ha poco o niente da dire.
_ I Racconti dell’Orso, film di difficilissima distribuzione italiana, sperimenta con troppa ingenuità vari generi, risultando indecifrabile.
_ Inspiegabile la sua presenza in concorso.