A conclusione di Conversazioni 2017 andrà in scena dal 13 al 15 ottobre al Teatro Olimpico di Vicenza Medea, dalle tragedie di Euripide e Seneca con la regia di Walter Pagliaro, nell’interpretazione di Micaela Esdra. Nella produzione del Teatro dei Due Mari, arricchita dalle installazioni sceniche di Michele Ciacciofera e dalle musiche di Germano Mazzocchetti, Pagliaro sottolinea l’attualità della figura di Medea, esule barbara in un mondo straniero che brutalmente la rifiuta.
Fra i temi della Medea di Euripide, rappresentata per la prima volta nel 431 a.C. ad Atene, la proposta del Teatro dei Due Mari, fondata sulla sistemazione drammaturgica del testo da parte di Filippo Amoroso e affidata alla magistrale sapienza registica di Walter Pagliaro, verte sulla condizione di barbara, straniera, irrimediabilmente diversa di Medea nell’interpretazione di Micaela Esdra.
Questa nuova versione della tragedia supera così le rivisitazioni di Grillparzer, Lenormand, Jahnn, Alvaro e Pasolini per essere rapportata all’attualità del XXI secolo, anche grazie alle installazioni sceniche ideate dall’artista Michele Ciacciofera. Come per il mito di Edipo, anche la storia di Medea, infatti, segna un paradigma della cultura occidentale, su cui ogni tempo ha riflettuto interpretando a suo modo l’antico racconto della donna di un paese lontano, esperta nei sapèri della natura e della magia, che per vendetta verso l’uomo che l’ha tradita e abbandonata, dopo aver avuto da lei amore assoluto e aiuto senza scrupoli, uccide i suoi stessi figli.
Senza tralasciare gli aspetti passionali, esaltati da Corneille e dai romantici, le affermazioni di femminilità in contrasto col mondo maschile, i riflessi giuridico-sociali dei comportamenti di Medea, anche in rapporto alle sue prerogative di magia e stregoneria e le altre tematiche sviluppate teatralmente nel corso dei secoli, la nuova messa in scena è incentrata su una problematica che Medea tratta in Euripide con lucida razionalità di sapiente: l’accoglienza degli stranieri. Medea, barbara, vive sulla sua pelle questa condizione e sa che chi è cittadino stranier ‘si deve uniformare alla città’, ma sapiente come è, non approva, dall’altro canto, ‘chi essendo della città, con atteggiamenti arroganti, si rende odioso’.
Definisce così regole di comportamento la cui attualità strugge oggi milioni di uomini, migranti e cittadini delle nazioni che devono garantire accoglienza umanitaria e il riconoscimento di asilo politico – tema centrale dell’episodio di Egeo nella Medea di Euripide e principale problema di Creonte nella Medea di Seneca.
Traduzione e adattamento di Filippo Amoroso di Lucio Anneo Seneca
con Micaela Esdra, Marina Zanchi, Luciano Virgilio, Blas Roca Rey
coro Fabrizio Amicucci, Michele Ferlito, Francesco Maccarinelli, Paolo Roca Rey
regia Walter Pagliaro
installazione scenica Michele Ciacciofera
musiche Germano Mazzocchetti
eseguite dal vivo dalla fisarmonicista M° Carmela Stefano
costumi Annalisa Di Piero
direttore di scena Ilario Grieco
produzione del Festival Teatro dei Due Mari in collaborazione con Conversazioni 2017 – 70° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza