Nuovi Territori
Il ventiseienne regista , Matteo Bellizzi, intraprende un viaggio lungo i sentieri della memoria in compagnia delle mondine che fecero la fortuna del celebre film di De Santis, il primo a raccontare la loro storia nel ’48.
E’ proprio dal capolavoro neorealista, Riso Amaro, che parte l’opera del giovane filmmaker di Vercelli. Non si tratta di un remake, ma di un interessante documentario: il regista rintraccia le poche mondine ancora viventi di Nonantola, in Emilia, e le riporta in viaggio in autobus nelle stesse risaie vercellesi dove, da giovani, ogni primavera venivano ingaggiate come lavoratrici.
È dal loro incontro e dalle loro testimonianze che scaturisce la materia per il racconto. Le donne, ormai signore mature, davanti alla telecamera si lasciano andare a vecchi ricordi, parlando a ruota libera di quella ormai lontana esperienza di lavoro e di vita. Le loro testimonianze sono intrecciate nel montaggio da immagini di vecchie fotografie che le ritraggono al lavoro e di fotografie che immortalano il lavoro di De Santis e della sua troupe, e da scene dello stesso film del ’48. E sono proprio i racconti delle mondine, che confrontano per noi la realtà e la finzione di quel film, ad offrirci un ritratto più fedele e realistico della realtà delle risaie degli anni 40-50. Dimentichiamoci le scene sensuali della Mangano (che, parole delle mondine invidiose, guadagnava più di loro bagnandosi solo per un minuto i piedi nel fango), il boogie woogi con Gassman e le scazzottate di Raf Vallone. Quella era, come ricordano le mondine, finzione, magia offerta dal cinema, un sogno anche per loro, perché riuscivano, facendo le comparse, a guadagnare insperati soldini in pochi giorni. La vera monda del riso è un’altra cosa; è quella raccontata da loro stesse in prima persona, davanti alla telecamera di Matte’ (come loro stesse chiamano il regista).
Queste donne, spinte proprio dalle immagini del film, che viene loro riproposto, e dall’occasione del viaggio nelle risaie, ricordano le loro esperienze con un po’ di nostalgia e con tanta commozione, lasciando trasparire la stessa identica voglia di vivere di quando erano adolescenti. Come se nulla fosse cambiato cantano e festeggiano allegramente il loro viaggio nella memoria in un mondo che ormai non esiste più, come traspare dal loro sorriso amaro quando scoprono nelle loro risaie diserbanti e trattori
Sorriso amaro
Durata: 56′; Regia: Matteo Bellizzi