“I soldati” di Jakob Lenz

Fino al 13 aprile al Teatro Studio di Milano, Ronconi ripropone un dramma scritto nella seconda metà del 700, tra Rivoluzione francese e Restaurazione, da un autore poco noto al grande pubblico: “I soldati” di Jakob Lenz. Una sfida interessante per i suoi giovani allievi diplomati alla Scuola del Piccolo Teatro.

Maria, giovane e bella figlia di un commerciante delle Fiandre, cede alle lusinghe amorose di un ufficiale, l’affascinante barone Desportes, nonostante sia promessa a Stolzius, giovane della sua condizione. Abbandonata da Desportes, Maria continua, per vanità e desiderio di una possibile scalata sociale, a frequentare altri ufficiali, compromettendo la sua reputazione agli occhi della società e rifiutando la possibilità di salvezza della madre di un giovane conte che, prendendo a cuore il suo caso, le offre protezione. Accecato dalla gelosia, Stolzius riesce a farsi assumere come servitore presso i soldati con lo scopo di vendicarsi di Desportes: durante un pasto da lui servito, avvelena il giovane barone, per poi uccidersi subito dopo con la spada. Maria, ormai perduta, si ritrova senza la sua famiglia riducendosi a mendicare al seguito delle truppe.

Quello scelto da Ronconi è sicuramente un testo impegnativo e poco rappresentato nei teatri, seguendo la politica spesso adottata nella storia del Piccolo, di mettere in scena autori poco noti proprio per farli conoscere al pubblico. Il dramma di Lenz è una storia tragica che vuole lanciare un messaggio riferito alla società di quel periodo, ma che può essere recepito anche ai giorni nostri. I soldati sono personaggi che rappresentano una idea perversa del senso dell’onore, una società che non concede spazio ai giovani e alle loro passioni. Tutta la rappresentazione ha infatti una carica erotica intrinseca molto forte (percepibile persino nel rapporto tra Maria e il padre) a cui viene impedito di esternarsi liberamente.

I soldati ci vengono dunque presentati come delle caricature (alcuni di loro sono truccati in volto come se avessero delle maschere) a cui non è concessa quella pulsione amorosa che invece è così forte proprio nei giovani. Ma è ancora una volta nel teatro che è possibile trovare una valvola di sfogo: Lenz fa dire nel testo ad alcuni soldati che il teatro fa male ai giovani perché dà dei pessimi esempi, ma ce ne sono altri che invece lo trovano provvidenziale, proprio perché in grado di rappresentare quell’esperienza erotica che a loro è negata.
Un palcoscenico inclinato, “difficile” e spettacolare, offre tutta una serie di buche e espedienti che permettono agli attori di uscire e rientrare velocemente in scena e di dare a livello visivo quella rapidità e quel vigore che forse il testo non ha a livello scritto.

I SOLDATI
Di Jakob Michael Reinhold Lenz
Traduzione Marcello Cora
Regia di Luca Ronconi
Scene di Marco Rossi
Costumi di Gianluca Sbicca e Simone Valsecchi
Luci di Gerardo Modica
Con (in ordine di locandina):
Giorgio Sangati, Silvia Grande, Silvia Masotti, Federica Castellini, Giulia Valenti, Matteo Romoli, Caterina Simonelli, Maddalena Gessi, Rosanna Sparapano, Fausto Cabra, Jacopo Veronese, Luca Fiorino, Angelo Campolo, Giorgio Consoli, Mirko Ciotta, Emilio Zanetti, Tiziano Ferrari, Luigi Di Pietro, Gabriele Ciavarra, Camilla Zorzi, Michele Giaquinto, Ilenia Porcarelli, Marco Brinzi
Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
In scena al Teatro Studio, via Rivoli 6, Milano, dall’11 marzo al 13 aprile 2006