Jasmine è incinta, e con alcuni compagni di sventura è in fuga verso l’Olanda, dopo aver rapinato una banca. Prima di espatriare cercano rifugio in un albergo fatiscente, che però scoprono essere gestito da una famiglia un po’ pazzoide, il cui capofamiglia è un vecchissimo nazista scappato dalla Germania. I quattro ragazzi, tutti di origine algerina, non potevano scegliere un nascondiglio peggiore.
“Farà molto male”, afferma la frase di lancio. Il trailer è angosciante, le locandine fanno ben sperare. E così si va al cinema, a vedere Frontiers. Dalle prime immagini ci si domanda che succede; l’azione si svolge in piena guerriglia urbana a Parigi. Non sarà mica un film politico? Dopo le anteprime che sono passate in tv? No, è un horror politico.
La dolce Jasmine ha appena avuto una brutta serata: suo fratello è morto in seguito a una sparatoria nella banca, lei è incinta di un altro ragazzo della banda e medita di abortire, perchè questo mondo è troppo brutto per lasciarci vivere un figlio. Fin qui, tutto interessante. Ma quando l’azione entra nel vivo, il film inizia a saccheggiare un’innumerevole serie di horror ormai divenuti classici.
All’interno di una trama elementare, nella quale l’unica cosa che conta è portare avanti la sequela di torture e momenti malsani, si inseriscono sequenze molto cruente, eppure ingenue. Non che non colgano nel segno; ma il sadismo, se in un film non è supportato da un plot coerente e da un po’ di ironia, denuncia tutto il suo calcolo, la sua creazione in catena di montaggio.
E il pubblico non si diverte più. Frontiers si limita a far “durare” il più possibile i personaggi, e ad inventarsi un modo ogni volta diverso per farli morire. Così ce n’è per tutti i gusti: gente bollita, segata in due, sgozzata, appesa a ganci da macellaio.
Il problema, per l’horror francese, sembra essere l’incapacità di mantenere la trama all’altezza della truculenza estrema dei particolari. Sommato, naturalmente, al problema di un ritardo sui tempi che pare irrecuperabile. Era già successo con Alta Tensione, di Alexandre Aja. La regia non sa creare niente di veramente innovativo, così il film si riduce a ribollire lo slasher alla Venerdì 13, un po’ di nazi-porno malato e sporcaccione (dopo dieci minuti c’è già una scena “bollente”), qualche timido tentativo di introspezione psicologica e una serie di (assolutamente vaghi) pretesti sociopolitici che danno al tutto un che di ridicolo. Il padre pazzo e nazista afferma che la ragazza, essendo di orgini algerine, “non è di razza pura”. Ma poi, scoperto che è incinta (di un altro algerino), decide di farla diventare un membro della famiglia, per “continuare la discendenza di una razza pura”.
Le sequenze divertenti di tanto in tanto fanno capolino, e anche quelle profondamente esemplificative di un pensiero politico e sociale (quello nazista) che vuole ridurre a cose (ancora meno che animali) gli altri esseri umani: l’espediente usato per impedire la fuga dei prigionieri, o il momento in cui alla ragazza vengono tagliati i capelli. Ma il tutto è annegato in una sagra del già visto, come nella sequenza in cui Jasmine, riuscita a scappare, ferma un’auto e chiede un passaggio: ovviamente l’ha chiesto all’automobilista sbagliato. E qui, allo spettatore che ha più di dodici anni, non possono non tornare in mente una serie infinita di pellicole con una sequenza identica.
Quando tutto sembra finito, riaffiora la metafora politica, del pericolo di un ritorno ciclico degli orrori della storia. Ma non basta a salvare il tutto. Specie se aggiungiamo ai difetti dell’opera la la recitazione terribile di Karina Testa (che sa solo urlare o piangere, e muoversi come in preda a crampi muscolari) e al sangue così arancione e abbondante che nemmeno nei film di Lucio Fulci. Inoltre, considerando altre opere recenti come Saw o Hostel, non si capisce come mai a questa pellicola sia stato dato il (sempre più raro) divieto di visione ai minori di diciotto anni.
Un film cinico, proprio per la sua ricerca ossessiva dello shock non costruita su solide basi. E, come capita sovente quando si assiste a una manifestazione di cinismo che si prende troppo sul serio, un film noioso e stancante.
Titolo originale: Frontière(s)
Nazione: Francia, Svizzera
Anno: 2007
Genere: Horror, Thriller
Durata: 103′
Regia: Xavier Gens
Sito ufficiale: www.frontieres-lefilm.com
Cast: Karina Testa, Aurélien Wiik, Patrick Ligardes, David Saracino, Maud Forget, Samuel Le Bihan, Chems Dahmani, Amélie Daure, Estelle Lefébure, Rosine Favey, Adel Bencherif, Joël Lefrançois, Hervé Berty
Produzione: Cartel Productions, BR Films, Europa Corp., Pacific Films, Chemin Vert
Distribuzione: Moviemax
Data di uscita: 07 Novembre 2008 (cinema)