Gianni Amelio direttore del Festival di Torino

L'uomo giusto per non cambiare lo spirito del festival

Gianni Amelio. Nel 2006 il Museo Nazionale del cinema di Torino ospitò una personalissima e vastissima collezione di suoi Cineromanzi e dall’anno scorso i due megaschermi della Mole rimandano in continuazione i filmati di Ballabile a colori e Ballabile in bianco e nero che raccontano l’Italia attraverso le più belle scene da ballo dal dopoguerra ad oggi scelte dal regista. Lo stesso Museo, o meglio il direttore Alberto Barbera, con l’approvazione di tutte le amministrazioni torinesi (comune, provincia e regione) e dell’Associazione Cinema Giovane che nel 1982 creò il festival, l’ha nominato direttore del TFF per i prossimi quattro anni.

Cineasta tra i più apprezzati del panorama italiano, docente di cinema, critico esperto e cinefilo appassionato (sembra essere vastissima la sua collezione, dal cinema b-movie anni ’30 e ’40 ai classici italiani e stranieri), il sessantatreenne regista di Così ridevano, Le chiavi di casa e Il ladro di bambini è pronto a giudare una kermesse “che ho frequentato come giurato e come spettatore e che ho sempre trovato unica nel panorama italiano”. Il regista catanzarese di nascita sottolinea così il suo amore per una città che frequentò quando girò Così ridevano (Leone d’Oro a Venezia 1998) e dove andrà ad abitare per poter lavorare al meglio: “Torino non è nata ieri, ha una tradizione di storia di cinema che nessuno riuscirà a distruggere – ironizza – neppure io potrei! Questo mi ha spinto a dire di sì. Inoltre non avrei mai accettato se non ci fosse stata la squadra capeggiata da Emanuela Martini ad attendermi”. La coordinatrice del TFF targato Moretti è molto apprezzata e conosciuta dal neo direttore perché realizzò proprio su di lui una monografia edita dal Castoro.

Gabriele Salvatores a Torino per presentare il backstage del suo prossimo film Come dio comanda all’interno del Sottodiciotto Film Festival ha definito quella di Amelio “un’ottima scelta” e così la pensano tutti coloro che volevano non un secondo Moretti ma un altro uomo appassionato di cinema dal carattere forte che nei suoi film ha sempre dimostrato grande attenzione per i temi sociali e i legami familiari.

“Cercherò di essere il pilota di questa squadra con la discrezione di un regista d’opera lirica che non viene mai nominato perché a dominare dovranno essere i film e inoltre cercherò di, come direbbe l’amico Mazzacurati, avere la ‘giusta distanza’ per le cose importanti. Saperle valutare per guardarci bene dentro”. Inoltre tiene a sottolineare che “nella tradizione del festival continueremo a fare cinema con gli spettatori che condividono tutto con il nostro stesso amore. Noi che sceglieremo lo faremo pensando allo spettatore che c’è in noi. Dovrà scattare un amore con quello che vedremo. Questo sarà il nostro unico criterio di scelta”.
A chi gli chiedeva se questa nuova nomina andrà contro ai suoi progetti di regista, precisa e tranquillizza tutti perché le riprese del suo nuovo film inizieranno tra poco e avrà un’appendice sul set alla fine del prossimo anno quindi: “Posso governare tutto senza che nulla interferisca”.