La Fondazione Teatro La Fenice presenta la sua prossima stagione musicale calibrando la propria offerta sugli interpreti più prestigiosi a livello internazionale e alcune perle del repertorio classico e moderno. Diciassette nuovi titoli d’opera e una programmazione sinfonica quest’anno intitolata all’integrale delle sinfonie di Schumann, oltre a un ampio approfondimento al Novecento italiano delineato attraverso uno sguardo europeo più ampio e completo.
Acquagranda del compositore trevigiano Filippo Perocco inaugura la stagione il 4 novembre, così la nuova produzione vuole ricordare la tragedia che ha investito la città di Venezia cinquant’anni fa proprio nel giorno in cui si verificò la più elevata acqua alta della storia. Luigi Cerantola trae così il libretto dal romanzo di Roberto Bianchin mentre Damiano Michieletto ne cura la regia. A dirigere l’orchestra del teatro è Marco Angius che tornerà presto a presentare in prima esecuzione assoluta le Variazioni op. 27 di Camillo Togni, lavoro per pianoforte e orchestra recentemente rinvenuto e inserito nel catalogo del compositore. Attila va ad integrare la panoramica delle opere verdiane rappresentate in prima assoluta al teatro veneziano, qui in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna e il Massimo di Palermo per la regia di Daniele Abbado. La presenza di Richard Wagner torna nel cartellone con un Tannhäuser curato da Calixto Beito, già regista della fortunata Carmen di Bizet ripresa nel prossimo anno per la direzione di Myung-Whun Chung, e diretto da Omeir Meir Wellber, recente protagonista di una tournée europea con l’Orchestra Filarmonica del teatro che tornerà a proporre la Rapsodia ebraica di Bloch e la quarta Sinfonia di Schumann nella revisione di Mahler. Dopo aver incantato il pubblico allo scorso concerto di Capodanno, la voce di Nadine Sierra incarna la Lucia di Lammermoor di Donizetti in un nuovo allestimento con la regia di Francesco Micheli mentre si rinnovano le collaborazioni con l’Accademia di Belle arti di Venezia per Gina, opera d’esordio di Francesco Cilea, e con il Conservatorio di Venezia attraverso L’aumento di Luciano Chailly, opera in un unico atto basata sulla commedia di Dino Buzzati, e la Giulietta e Romeo di Zingarelli, entrambe dirette da Maurizio Dini Ciacci.
Un’appendice alla figura di Alfredo Casella si esprime attraverso la sua Favola di Orfeo su libretto di Pavolini e con Cefalo e Procri di Krenek, presentata la prima volta alla Biennale Musica negli anni che vide la collaborazione di Casella sul fronte organizzativo e culturale. Del compositore viene inoltre riproposta la Sinfonia Incompiuta per la direzione di Jeffrey Tate, successivamente impegnato con l’esecuzione della settima di Beethoven e delle Soirées musicales di Britten.
Oltre a Sir. John Eliot Gardiner e la sua orchestra, a Venezia per celebrare i quattrocentocinquant’anni dalla nascita di Monteverdi con l’esecuzione de L’Orfeo, Il ritorno di Ulisse in patria e L’incoronazione di Poppea, tra i grandi direttori impegnati nella stagione sinfonica figurano ancora Yuri Termikanov, Jader Bignamini con Palude del silenzio di Malipiero, Diego Matheuz per il quarto concerto di Rachmaninov con Boris Petrušanskij al pianoforte, Risto Joost con i Canti della stagione alta di Ildebrando Pizzetti e Alberto Ferro solista, Marek Janowski con la terza di Schumann, Giuseppe Grazioli per la suite dal film La strada di Rota e James Conlon alla guida dell’Orchestra Nazionale della Rai.
Infine, tra la coreografia di Jean-Guillaume Bart de La bella addormentata di Čajkovskij e le tre serate della compagnia di David Parsons, vengono riproposte otto produzioni che vanno a costituire il repertorio operistico del Teatro La fenice e che consentono, come ha puntualmente sottolineato il sovrintendente Cristiano Chiarot, di assicurare ancora una volta una chiusura del bilancio in positivo, oltre a ulteriori investimenti in nuove produzioni e una serie di attività che coinvolgono la cittadinanza dagli abbonati fino agli studenti più giovani con attività e laboratori dedicati anche ai più piccoli.