Alla presentazione del Tredicesimo Festival Internazionale della Biennale Danza Contemporanea di Venezia tenutasi l’8 Aprile 2019 nella sede di S. Marco, il Presidente Paolo Baratta rivendica alla Danza un momento meditativo da sublimare che metta in gioco tutto noi stessi: la Danza non come un momento egemonico di chi la ispira e la esegue ma un fenomeno istallato nell’essenza compositiva del nostro essere in cui è istillata la vocazione del diverso modo di rappresentare il nostro “se stesso”. All’esterno siamo tutti dei danzatori mancati ma chiamati nel nostro agire a esplorare questa vocazione danzante quale momento più significativo della nostra attività.
Il Presidente accentua l’innovazione della Danza avvenuta nella storica data del 1998 in cui la Danza viene strappata dall’ospitalità del settore “Teatro” per assumere una autonomia sovrana fragrante di dignità e splendore innovativo.
Vivere tale disciplina come una esplorazione metafisica, vale a dire compiere un oltrepasso dalla fisicità per entrare nella purezza del ‘cogito’ e del fantasioso da cui si originano le nascite delle scoperte e delle innovazioni. In questo iperuranio della mente nascono nuove mete cui tendere senza ripercorrere determinati schemi.
Uno scopo da realizzare urgentemente è l’attuazione di un clima operativo nel settore Danza atto a richiamare l’interesse dei giovani che intendono affrontare l’arduo e immaginifico percorso di questa disciplina.
Conclude inquadrando la Danza nella ricerca dell’origine del nostro impulso al movimento più personalizzato, intenta alla scoperta di quello ‘specifico’ che sta nel misterioso forziere di noi stessi.
L’intervento della Direttrice di questo Festival – Marie Chouinard – ha il suo alto registro nella premessa al ricco programma della manifestazione: inquadra il danzatore come l’artista inventore, quale vero creatore del testo che epifanicamente tesse in armonici tratti. Il danzatore è il solo a cogliere l’anima prima di ciò che manifesterà come movenza esteriore. Conclude con il presentare il fenomeno danza quale apparizione e manifestazione di poesia e non solo, ma anche come terapia rigenerante, miracolosa di un dinamismo prodotto dalla diarchia “fisicità – spiritualità”.
Il Festival si articolerà nell’arco di 10 giorni dal 21 al 30 giugno 2019 nelle sedi dell’Arsenale, in quella di via Garibaldi, nel Giardino della Marceglia e al Teatro Malibran di Venezia. Si presenteranno 29 spettacoli di 22 coreografi e compagnie da tutto il mondo. Cinque le prime assolute, 9 quelle nazionali e 9 gli interventi inediti creati per il palcoscenico all’aperto nel cuore della città; numerosi gli incontri con gli artisti; una novità è data dalla presenza di un ciclo di film inerenti al tema della Danza e e ai grandi protagonisti vecchi e nuovi della Danza internazionale.