Si è aperto al Teatro Comunale Romolo Valli di Reggio Emilia il tour primaverile dell’Orchestra Giovanile dell’Unione Europea. Gli interpreti hanno riempito con la loro energia lo splendido teatro, caratterizzato dall’eleganza bianca e dorata dei quattro ordini e dalle magnifiche allegorie dipinte sul soffitto dal reggiano Domenico Pellizzi.
La prima parte del concerto, dedicata ai compositori russi, si è aperta con l’Ouverture di Michail Glinka, tratta dall’opera lirica Ruslan e Ljudmila. Seconda delle sole due opere composte da Glinka, Ruslan e Ljudmila ebbe inizialmente un’accoglienza sfavorevole, ma cominciò progressivamente a farsi apprezzare alla fine dell’Ottocento e poi per tutto il Novecento.
Il secondo brano in programma è Zdes’ khorosho (Qui tutto è bello), dalle Dodici Romanze op. 21 di Rachmaninov, un pezzo poetico e di grande trasporto emotivo, che è stato portato al massimo del suo potenziale dalla voce di Natalia Pavlova. La soprano russa, stella nascente del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, ha impreziosito il concerto non solo con la voce eccezionale, ma anche con la grande espressività e con una presenza scenica davvero fuori dal comune.
Di nuovo la Pavlova ha dominato il palcoscenico con la sua interpretazione di Tatiana, dall’opera Evgenij Onegin di Čajkovskij. In questa scena la soprano ha dato voce alla passione di Tatiana, che riversa i suoi sentimenti per Onegin in una lettera infiammata. La Polonaise (sempre dall’ Evgenij Onegin) è un pezzo semplice e al contempo ricco di ritmo, colori timbrici e intensità. Natalia Pavlova, prima di lasciare il palco, ha regalato al pubblico un fuori programma, interpretando l’aria O mio babbino caro, da Gianni Schicchi di Puccini.
Il secondo tempo è stato consacrato interamente alla Sinfonia n.4 in mi bemolle maggiore “Romantica”, uno dei pezzi più rappresentativi di Anton Bruckner. La sinfonia occupò un ampio spazio nella vita del suo autore, che rimaneggiò la partitura per i quindici anni successivi alla prima stesura. Il terzo movimento è il più noto: qui, dopo un iniziale pianissimo, si delinea una movimentata scena di caccia, animata dai richiami dei cacciatori e dall’agitazione della muta. La gioiosa fanfara dei corni e delle trombe si contrappone a un tema più lieve e delicato affidato agli archi.
L’interpretazione della EUYO è stata perfetta, coinvolgente, appassionata. Guidati dal maestro Vasily Petrenko, i giovani musicisti hanno regalato al pubblico una serata di grande musica, festosa e assolutamente godibile. E, a quanto pare, godibile anche per gli stessi interpreti, che non volevano rassegnarsi alla conclusione del concerto. Mentre gli spettatori già iniziavano ad uscire, i fiati si sono lanciati in un bis sfrenato, subito seguiti dagli altri strumenti.
Il tour proseguirà nelle prossime settimane, con date a Ferrara, Milano, Udine, Mascate (Oman), Grafenegg (Austria), Lussemburgo e Saarbrücken (Germania), con una partecipazione anche al Festival dello Sviluppo Sostenibile di Roma.
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