Un film fragile ma non leggero, spiritoso anche se non mordace. Un’opera prima di un certo talento che rivela attenzione e ironia, in un clima reso ovattato e poetico dalla scelta della pellicola in bianco e nero.
La storia si collega a un evento realmente accaduto nel 2014 nella tranquilla cittadina spagnola di Gijón, quando due donne, dette “le fase ricche”, truffarono molti commercianti del luogo.

Leonor è fiera di aver lo stesso nome della principessa delle Asturie, ma è detta Leo. Lascia gli studi a Londra un po’ a causa della Brexit e un po’ per la crisi economica e torna a vivere con la madre Maria, rimasta nel frattempo vedova. Ma la situazione finanziaria è grave anche per queste due donne della piccola borghesia, che non possono più vivere come prima ma nemmeno riescono a vivere nella povertà.
El Planeta è il ristorante dove Leo si fa invitare dai corteggiatori, pur di poter mangiare. La madre fa piccoli furti e raggiri, ma tutto ciò non basterà.
Amalia Ulman, nata a Buenos Aires nel 1989 ma cresciuta in Spagna, recita e dirige se stessa e la propria madre in questa commedia agordolce, suo primo lungometraggio, già presente con successo nel corso del 2021 in numerosi festival di cinema.

Presentato al 39° Festival del Cinema di Torino – TFF 2021, ha ottenuto il Premio speciale della giuria (ex aequo a FEATHERS di Omar El Zohairy), con la seguente motivazione:“Per la sua denuncia lievemente comica ma ugualmente emozionante dell’incerto futuro dell’Europa e del declino della società moderna esposta attraverso la particolare relazione madre e figlia.”