Lo Stato è assente, non c’è, sta zitto. La Diaz, gli sgombri dei campi nomadi, le pietre e bombe carta allo stadio, odio che genera odio, intolleranza che genera e subisce l’odio. E lo Stato si ritira nei palazzi. E sulle gradinate, per la strada, resta la carne da macello, tifosi e celerini.
Tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini (edito da Giulio Einaudi Editore), ACAB è il debutto al cinema di Stefano Sollima, figlio d’arte, cresciuto vivendo i film di genere, polizieschi italiani, degli anni 70. Sollima il suo lavoro lo sa fare.
Non sono attraverso la televisione, come regista e sceneggiatore, con Romanzo Criminale, RIS, Distreto di Polizia, ma anche per il cinema ha dimostrato di saper gestire un argomento scottante – attorno al quale gravitano pesanti pregiudizi – con il punto di vista dell’osservatore attento, che ascolta, ricerca, non si ferma.
“ACAB” è l’acronimo di “All cops are bastards” (“tutti i poliziotti sono bastardi”) un motto che, partito dal movimento skinhead inglese
degli anni Settanta, è diventato nel tempo un richiamo universale alla guerriglia nelle città, nelle strade, negli stadi. ““ACAB“ è un viaggio nel mondo chiuso e controverso del reparto mobile, spesso guardato con distacco da tutto il resto della Polizia e con sospetto e diffidenza dai
cittadini.”
Cobra (Piefrancesco Favino), Negro (Filippo Nigro) e Mazinga (Marco Giallini) sono tre “celerini bastardi”, sono quelli della Diaz del G8 di Genova “la più grande cazzata che abbiamo fatto”. Sono quelli che la domenica prestano servizio allo stadio, sotto i costanti insulti tra tifoserie, dove la partita è solo più un pretesto, il divertimento sono gli scontri. Sono una squadra, sono una fratellanza, che si copre, si protegge, cercando di restare lucida. E quando arriva Adriano (Domenico Diele), recluta fresca di scuola – che ha scelto il reparto dei celerini perchè “è quello che paga meglio”- si preoccupa di insegnargli a vivere “a mantenere la calma quando il tifoso è incazzato, anche se il cuore ti batte forte e la testa ti rimbomba”.
Accennando alla Scuola Diaz di Genova fino ad arrivare alla morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, A.C.A.B. è uno di quei film di genere che sanno raccontare, non solo filmare.
A.C.A.B non scivola in retoriche da bar, spiazza con una regia equilibrata, senza sbavature, sempre un passo avanti. Vanno i nostri complimenti a Stefano Sollima e a tutto l’eccellente cast, per il merito di aver fatto un film che non emette giudizi, ma che sa, come dicevamo, raccontare, calibrando, storie e umanità.
Titolo originale: A.C.A.B.
Nazione: Italia, Francia
Anno: 2011
Genere: Drammatico
Durata: 112′
Regia: Stefano Sollima
Sito ufficiale: www.acabilfilm.it
Cast: Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Andrea Sartoretti, Marco Giallini, Roberta Spagnuolo, Domenico Diele
Produzione: Cattleya
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 27 Gennaio 2012 (cinema)