A colloquio con Caso Perso per uscita del suo terzo mixtape LPnk



“Per me il rap è come respirare aria”. Così si è espresso Caso Perso, originale e affascinante artista (anche se si ritiene piuttosto uno scrittore) nell’intervista che ci ha rilasciato in occasione della recente uscita del suo terzo mixtape LPnk. Il suo vero nome è Davide Perego, un ragazzo milanese di diciotto anni che, coinvolto dall’ambiente della metropoli assieme ad alcuni amici, con i quali condivide la passione per il rap, ha prodotto vere e proprie canzoni appoggiandosi inizialmente a uno studio di registrazione gratuito; qui Davide ha anche condotto un programma hip hop di radio online in cui giovani rapper del luogo venivano intervistati dopo l’ascolto dei loro pezzi. Grazie a diversi agganci, Caso Perso e i suoi amici (Baco Krisi, Cri-f) sono riusciti a mettersi in luce e a organizzare con successo piccoli concerti. Durante questi ultimi vengono lette poesie e brani di libri ricreando atmosfere insolite rispetto ai comuni concerti hip hop.

La scuola di Caso Perso è il rap, ci spiega, ma lui stesso se ne discosta sia per la metrica che per le tematiche. Egli vorrebbe creare un qualcosa di diverso ed è ancora alla ricerca del suo stile personale, “averne uno proprio è molto difficile perché si è sempre influenzati da ciò che si ascolta nel periodo in cui si compone”. Il suo album è interamente autoprodotto eccezion fatta per le basi che sono tratte da canzoni di musica elettronica di dj di varie nazionalità, molte sono vere e proprie canzoni e in alcuni casi c’è l’aggiunta di parti di brani incise in studio (chitarra o pianoforte), ma “questa sarà l’ultima volta” promette Davide.

Dire che LPnk (abbreviazione di elepink, gioco di parole che sta per elefante rosa) è un album di musica rap è dir poco. Alcuni testi rientrano prettamente in questo genere, altri invece sono “filastroccheschi”, altri ancora sono recitati come brevi sketch di tipo radiofonico e non mancano quelli che tendono a note poetiche. Caso Perso considera, infatti, il rap come poesia. La sua passione per questo genere che è uno stile di vita, deriva dal piacere di inventare giochi di parole e con questi, “beffare” la gente. La finalità non è in realtà così superficiale. I brani del disco parlano di diversi momenti della vita dell’artista. Il soggetto principale è dunque lui stesso ma, come spiega, sono presenti anche le persone importanti che costituiscono il suo mondo e che ha voluto far partecipare attivamente all’interno delle canzoni, inserendo tra le rime le loro voci.

A Caso Perso piace pensare che terzi possano riconoscersi nelle sue parole. “Le canzoni che scrivo sono come esseri viventi capaci di insegnare, talvolta più di un essere umano, e non siamo noi ad ascoltare la musica bensì è la musica ad ascoltarci”.
La cosa che incuriosisce, album tra le mani, è senza dubbio il libretto allegato al cd, ritenuto di fondamentale importanza. L’obiettivo, infatti, non è la produzione di un semplice disco, ma di un “libro musicale”: lo stampato costituisce la metà del lavoro concettuale, un racconto, o meglio un monologo che va letto una volta ascoltato il cd e capito dopo più ascolti. Dalle frasi del libro così come dalle eclettiche canzoni emerge tutta la personalità dell’artista che non si può propriamente definire un caso perso.

Il nome d’arte deriva dal fatto che, all’inizio del suo percorso professionale, non riuscendo a trovare un nome adatto, dopo molteplici tentativi un amico lo definì un “caso perso”. Un altro dettaglio originale è che tutti i titoli dei brani iniziano con un articolo indefinito (Un/una) a indicare un qualcosa d’indistinto, ma sono seguiti da parentesi che invece specificano di chi o di cosa si tratta esattamente. Se piace anche a voi uscire dalle righe consiglio vivamente questo cd.



Nel caso in cui vogliate contattare Caso Perso vi è a disposizione la sua mail (zealregna@gmail.com), “disprezzo ogni tipo di sito e social network promulgativo e d’informazione personale, preferisco avere un rapporto diretto con l’ascoltatore. So di essere un po’ estremo, ma in qualcosa bisogna pur credere, no?”
Nel prossimo video che farà (vi è già a disposizione un dio (ganesh) su youtube) sarà presente un link con il free download per il disco. “Comunque (purtroppo) c’è il mio canale youtube, da non confondere con l’altro caso perso con gli occhiali da sole e il crestino da scemo che sta facendo delle canzoni che non godono della mia stima e che spero di incontrare presto…magari per un live…magari per due schiaffi…”.

Errata Corrige: segnaliamo che l’immagine allegata precedentemente a questo articolo si riferiva erroneamente al rapper perugino Caso Perso (Alessio Saioni) e non al protagonista dell’intervista Davide Perego. Ci scusiamo con gli interessati.

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