ANCORA UN LUTTO NELL’ARTE CONTEMPORANEA.

E’ morto negli Stati Uniti l’artista Salvatore Scarpitta

A solo pochi giorni dalla morte di Sol LeWitt, ancora dagli States è giunta la notizia della dipartita di un altro rinomato protagonista dell’arte del Novecento, Salvatore Scarpitta. Un artista americano come LeWitt, ma ugualmente molto legato agli eventi dell’arte italiana del dopoguerra.

Nato a New York nel 1919 da padre palermitano – uno scultore arrivato negli Usa agli inizi del Novecento – dal 1936 al 1958 ha vissuto a Roma, dove si è diplomato alla “Accademia di Belle Arti”. E’ stato il gallerista Leo Castelli, con cui ha fatto conoscenza nella Penisola, a fargli la proposta di esporre nella sua galleria di New York, quindi Scarpitta ritorna negli Stati Uniti, dove nel 1959 espone le sue tele prodotte grazie a delle bende e fasce di tessuto, che diverranno fra le sue opere più note. Agli inizi degli anni Sessanta crea due auto da corsa subito diventate una delle sue sigle – che espone nuovamente alla “Leo Castelli Gallery”. Il gallerista anch’esso un italo-americano di origine triestina finirà col diventare il suo mecenate, organizzando fino al 1992 una decina di sue mostre personali.

Negli Stati Uniti l’artista scomparso ha coltivato amicizie coi maggiori artisti del tempo, da Mark Rothko a David Smith, da Willem de Kooning a Conrad Marca-Relli, oltre che con critici d’arte dell’importanza di Harold Rosenberg. Però buona parte del suo operato ha quale palcoscenico l’Italia, dove Salvatore Scarpitta ha avuto intensi contatti cogli artisti più rinnovatori ed aperti al panorama internazionale, da Alberto Burri a Piero Dorazio, da Fontana a Turcato e Consagra. Ha esposto in più occasioni alla “Galleria La Tartaruga”, ed è stato presente con “sale personali” alla “Biennale” di Venezia nel 1972 e nel 1993.

“Con Salvatore Scarpitta se ne va uno degli interpreti maggiori dell’arte contemporanea non soltanto italiana ma internazionale”, ha subito commentato la dolorosa notizia il ministro Francesco Rutelli. Che poi ha aggiuto: “Partendo dalla pittura, ha scardinato le consuetudini figurative formali con un’iniezione di formidabile energia, raggiungendo forme espressive legate alla vita di ogni giorno. Celebri resteranno le sue automobili da corsa, gli sci, le slitte riprodotte come monumenti alla quotidianità dell’uomo contemporaneo.”