270 opere (110 dipinti, 70 sculture, tra terrecotte e bronzi, 60 disegni e 30 incisioni originali) ricostruiscono l’intero percorso creativo dell’artista nato in Svizzera, ma che ventenne arrivò a Gualtieri, vivendo il resto dei suoi giorni nella Bassa reggiana.
Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e dal Comune di Gualtieri, con il contributo degli sponsor istituzionali, Fondazione Pietro Manodori e CCPL Reggio Emilia, e di Interacciai Reggio Emilia, Assicurazioni Generali Reggio Emilia, Tecton Reggio Emilia, Bipop-Carire Reggio Emilia, Bacchi S.p.A. Boretto, Olimpia Splendid Gualtieri, Banca Reggiana Guastalla, l’antologica propone una scelta di 270 opere; in Palazzo Magnani, 110 dipinti, tra cui molti di grandi dimensioni, e a Palazzo Bentivoglio, a Gualtieri (RE), un’ampia selezione di opere su carta, tra cui 60 disegni e 30 incisioni originali – nella tiratura firmata dall’artista – oltre a 70 sculture, tra terrecotte e bronzi, che documentano in modo esaustivo tutto il percorso creativo dell’artista emiliano.
Curata da Sergio Negri e Sandro Parmiggiani, la mostra sottolinea il grande valore di Ligabue nell’àmbito dell’arte italiana ed europea, al di là della fuorviante definizione di “naïf” che l’ha troppo a lungo accompagnato e ne ha mortificato la comprensione, e lo collocherà tra gli esponenti più significativi di quel filone “primitivo” ed espressionista, che continuamente è riaffiorato – anche nei decenni recenti – nell’esperienza artistica internazionale. Quest’importante appuntamento costituisce, anche sulla base della qualità delle opere presentate, un punto fermo nella valutazione critica e nella comprensione dell’artista.
Di Ligabue, nato il 18 dicembre 1899 a Zurigo, è ormai nota la triste odissea esistenziale che segnò profondamente il suo lavoro. Dopo un’infanzia difficile e tormentata, e la morte nel 1913 della madre naturale, operaia italiana immigrata – il padre restò ignoto -, fu affidato a un istituto rieducativo di Marbach e successivamente, nel 1917, a soli diciotto anni, fu ricoverato nel manicomio di Pfäfers. Espulso dalla Svizzera per la sua vita turbolenta, Antonio Ligabue arriva nell’agosto 1919 a Gualtieri, paese d’origine dell’uomo, Bonfiglio Laccabue, che la madre, Elisabetta Costa, aveva sposato nel 1901. L’impatto con il nuovo ambiente si rivela da subito triste e doloroso. I primi dipinti di Ligabue – nei quali traspare il suo grande interesse per i musei di scienze naturali e per gli animali in genere – risalgono alla fine degli anni Venti; sono gli anni in cui Ligabue incontra a Gualtieri Marino Mazzacurati.
La difficile e tormentata vita di Ligabue, segnata da ostilità e incomprensioni, e da ricoveri all’Istituto Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia e al Ricovero di mendicità di Gualtieri, è tutta dedicata, fino alla morte, alla pittura e alla scultura, nonostante le diffuse derisioni e i mancati riconoscimenti.
Dopo la personale d’esordio di Ligabue – che ebbe luogo nel 1955 a Gonzaga (Mantova), organizzata da Cesare Parmiggiani -, varie esposizioni, a partire da quella di Gualtieri nel decennale della morte, hanno presentato, con crescente interesse del pubblico, l’opera dell’artista.
L’esposizione sarà accompagnata da un ampio catalogo (ed. Skira).
ANTONIO LIGABUE. Espressionista tragico
Reggio Emilia, Palazzo Magnani (corso Garibaldi 29)
Gualtieri, Palazzo Bentivoglio
28 maggio – 18 settembre 2005
Orari Palazzo Magnani: 10.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00; chiuso il lunedì
Dal 16 giugno al 18 settembre: giovedì, venerdì, sabato e domenica, anche dalle 21 alle 23
Aperta anche il 15 agosto
Orari Palazzo Bentivoglio: lunedì-venerdì, solo su prenotazione; sabato e domenica, 10.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00 (per informazioni: 0522.221869; 0522.221829)
Biglietti d’ingresso per entrambe le sedi: Euro 7 intero; Euro 5 ridotto; Euro 2 studenti
Catalogo: Edizioni Skira (Euro 30 in mostra, Euro 60 in libreria)
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522.454437; fax 0522.444436
e-mail: info@palazzomagnani.it; web: www.palazzomagnani.it
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