Al teatro La Fenice di Venezia “Tosca” nell’allestimento di Serena Sinigaglia

Lo spettacolo in scena a Venezia

Pervade lentamente l’intero squarcio che disgrega la scena, la tensione che si addensa allo scorrere della narrazione in Tosca. La tela del Cavalier Cavaradossi, l’acquasantiera che custodisce la chiave della cappella degli Attavanti, non più di una sgangherata cancellata, sono i pochi elementi che caratterizzano l’ambientazione. I segni evidenti del passare del tempo si sedimentano sugli elementi di una rappresentazione dell’opera appartenente a un ipotetico passato che, parallelamente al deterioramento dei sentimenti umani dei personaggi, si logora allo scorrere della drammaturgia.

Così all’entrata in campo di Scarpia cedono le travi del palcoscenico lasciando spazio a un enorme cratere al centro della scena, mentre il piano inclinato sul quale si distribuiscono gerarchicamente i personaggi del dramma pucciniano è simulato dall’enorme tavolo coperto da una lunga tovaglia bianca destinata a raccogliere i segni del rosso deflusso del vino che sgorga instancabilmente dalla coppa dello spietato capo della polizia papalina quale chiaro segno della sua sete di riscatto. Risultano quindi inascoltate, come sappiamo, le suppliche di Tosca nel tentativo di salvare l’amato Cavaradossi dall’insaziabile perfidia animata dallo Scarpia di Angelo Veccia in uno spietato e continuo crescendo.

Chiara nella sua potenza ma altrettanto naturale risulta l’importante vocalità di Stefano Secco, attento a relazionarsi alle arie più celebri con gran rispetto riuscendo così a sganciarsi con disinvoltura dai modelli lirici del passato. Appassionanti e a dir poco struggenti i passi corali che si concretizzano essenzialmente attorno al Te Deum che, annunciando la falsa notizia della presa di Napoleone da parte delle truppe austriache, scatena una lenta ed inesorabile spirale di luci che si raggruppano attorno al canto. Si concretizza su queste linee guida la Tosca che Serena Sinigaglia, esponente di spicco del teatro di ricerca e non nuova agli allestimenti lirici, ha pensato per questa produzione del Teatro La Fenice grazie al supporto scenico di Maria Spazzi.

Impeccabile l’orchestra che risponde vivamente all’estro musicale del Maestro Riccardo Frizza, proprio in questi giorni instancabilmente impegnato anche nella conduzione de La Traviata per la staffetta operistica proposta dal Teatro La Fenice.