“Allegro” di Christoffer Boe

Per suonare la tecnica non basta, bisogna metterci il cuore

Giornate degli Autori
Zetterstrøm è un pianista danese di successo che appena perde Andrea, unico amore della sua vita, decide di comportarsi come faceva da bambino: se un gioco non funziona più, tanto vale riporlo nella scatola e dimenticarselo. Trasferitosi a New York perde la memoria del suo passato e solo dopo molti anni ritorna in Danimarca per un concerto e viene attirato nella “Zona”: un’area di Copenaghen in cui chi riesce ad entrare è obbligato a fare i conti con se stesso.

Allegro, secondo lungometraggio del regista danese Christoffer Boe, è un film “delicato” girato, nella prima parte, quasi sottovoce, o meglio, come se la cinepresa, al posto delle dita, sfiorasse appena il piano. Andrej Tarkovskij, rispose così a chi gli chiese insistentemente che cos’era la “Zona” nel suo film, “Stalker”: “La zona è la “Zona”, la zona è la vita: attraversandola l’uomo o si spezza o resiste” e così vale anche per la “Zona” rappresentata nel film di Boe, Allegro.

Ma si può ancora continuare con le parole di “Tarkovskji: “Tutto si riduce a questa semplice particella elementare, l’unica su cui l’uomo può basare la sua esistenza: la capacità di amare. Capacità che l’umanità rischia di perdere: occorre farla crescere nell’anima di ciascuno”.

Nel film infatti l’amore può diventare la chiave per ritrovare l’accordo giusto per la propria vita, se solo si ha il coraggio di accettare la debolezza e l’imperfezione dei sentimenti.

Zetterstrøm ha una seconda chance: riprendersi i ricordi e un passato forse scomodo ma che, se dimenticato, annulla anche la musica che si ha dentro. Un pianista oltre alla tecnica deve mettere nella musica anche la sua passione, il suo amore: negarlo significa negare la realtà, per quanto può reggere tutto questo? Prima o poi quella parte nascosta (nel film la “Zona” di Copenaghen, un luogo fisico impenetrabile da chi non accetta di ricordare) uscirà fuori per “accordare” Zetterstrøm, quel bimbo biondo abituato a nascondere nelle scatole i vecchi giochi che non vuole più usare.

Andrea (interpretata dall’affascinante modella danese Helena Christensen) è la fidanzata di Zetterstrøm: l’unica che riesce a scuoterlo dalla sua totalizzante passione per la musica. Con il suo sguardo dolce e innamorato, lo rende felice e al sicuro. Ma la vitalità di Andrea non basta a scrollargli di dosso un animo incerto e incapace di dimostrare agli altri i propri sentimenti: lei vuole avere un bambino, lui no e senza un perché, lei lo lascia. Zetterstrøm, invece di reagire, di rincorrerla come “banalmente” ci si aspetterebbe, decide di dimenticarsi di lei, del suo cappello rosso, delle loro passaggiate serali, della volta in cui lei gli ha detto: “Ti amo, mi credi?”.

Passano molti anni, ormai lui si è trasferito a New York, il passato non esiste più. Eppure Zetterstrøm accetta di tornare in Danimarca per un concerto e così riaffiorano i ricordi. “La Zona”, uno spazio chiuso in cui non si riesce a passare, è il risultato di questo rifiuto a ricordare: tutto il rimosso è rinchiuso là dentro, solo Zetterstrøm può entrare e riprenderselo.

Ma niente è così facile, anche i ricordi fanno male e forse, è troppo tardi per poterli cambiare.

Titolo originale: Allegro
Nazione: Danimarca
Anno: 2005
Genere: Drammatico
Durata: 88’
Regia: Christoffer Boe
Sito ufficiale: www.celluloid-dreams.com
Cast: Ulrich Thomsen, Helena Christensen, Kristina Kornum, Nikolaj Danielsen, Charlotte Laustsen, Gabi Humnicki, Thomas Knak, Sune Lolk
Produzione: Alphaville Pictures Copenhagen Aps
Distribuzione: Lady Film
Data di uscita: Venezia 2005
2 settembre