Alcuni colleghi che avevano potuto assistere alla proiezione americana del nuovo, attesissimo film di Michael Mann, in uscita in Italia il 6 novembre, l’avevano definito sublime.
Per la grande coerenza e potenza cinematografica, sprecheremmo l’aggettivo suggerito soprattutto per gli ultimi 15 minuti di Public Enemies, quando il protagonista John Dillinger (Johnny Depp), il geniale rapinatore di banche, anche se braccato dall’FBI (che nacque proprio dopo la serie di sue imprese), gira indisturbato per le vie di Chicago e, tradito da una prostituta, viene ucciso davanti all’uscita del cinema biogragh di Chicago subito dopo la proiezione di Manhattan Melodrama, un ganster-movie con Clark Gable e Myrna Loy, regalandoci un indimenticabile gioco metacinematografico.
Dillinger – che si reca persino nel quartier generale che indaga su di lui senza essere riconosciuto – diventa un’icona che ha ispirato decine di libri e ben 17 film, tutti incentrati sulla sua figura.
Ma la differenza con le precedenti pellicole è notevole perché il regista americano, co-sceneggiatore insieme a Ronan Bennett, cura maniacalmente i particolari e parte dalla fonte più autorevole, il libro di storia di Bryan Burrough (uno dei migliori giornalisti americani), scritto dopo aver consultato migliaia di articoli dell’epoca e numerosi documenti dell’FBI, solo da pochi anni pubblci.
“Perfezionismo come ragione di vita artistica per Mann” precisa Johnny Depp che aggiunge: “Non ci ha mai fatto sparare un colpo con una pistola finta, abbiamo usato solo armi dell’epoca e registato il suono in presa diretta” – ricordando anche la reverenza provata girando nelle vere location dove il suo personaggio si era realmente mosso – “puoi sospendere la tua incredulità per vivere la magia del momento”.
Il realismo è stato aiutato non solo dall’aver voluto tram, facciate dei negozi, automobili e persino acciottolati delle strade dell’epoca ma dall’uso della luce, nella volontà di dare immediatezza e la sensazione di “vedere tutto quello che succede in tempo reale” – precisa il direttore della fotografica Spinotti che con Mann ha usato macchine da presa HD per quasi ogni scena in una combinazione di riprese macchina a mano, molto vicine alle facce degli attori, tutte realizzate con obiettivi lunghi.
Depp è stato scelto per il ruolo di un uomo che, dopo 10 anni di carcere, voleva essere visto, temuto e invidiato e che aveva studiato e capito molto bene la società ipocrita che lo circondava, che in molti casi lo riconosceva ma che non lo denunciava.
A Billie (Marion Cotillard), la donna indiana menominee che lo incantò, durante il loro primo incontro nel quale rivelò senza problemi la sua identità, disse: “A loro importa da dove vieni ma l’importante è dove vai” riassumento il mondo ipocrita dei ricci che li circondavano, messo in completa opposizione con coloro che erano affamati e reietti e affollavano con disperazione imperante le strade degli Stati Uniti in profonda crisi. E, nello stesso tempo, eplicitando i suoi intenti per il futuro proteso in avanti.
Divenne un mito nell’America anni ’30 quando affermò: “Vogliamo i soldi della banca, non i tuoi” a un uomo terrorizzato all’interno di una delle banche delle piccole città (almeno all’inizio) che decise di derubare: l’America della Grande Depressione vedeva in lui il vendicatore di tutti colore che da quel sistema erano stati impoveriti.
Come capita spesso, terribile errore di interpretazione del titolo per la traduzione italiana che punta l’attenzione sul personaggio apparentemente principale ma che non tiene conto di tutti gli altri “public enemies”, gli altri compagni della gang, di Hoover, il capo dell’FBI, il potere occulto che manovrava tutto e che rappresentava il vero pericolo. Come scrive anche Burrough: “Catturare i nemici pubblici fu un modo per sostenere il New Deal di Roosevelt senza disturbare i veri criminali dell’epoca, le mafie italiane-amercane di Chicago e New York, i cui affari continuarono a prosperare” e tutto questo è presente nel film e non come parte secondaria: Dillinger, Purvis (uomo dell’FBI) e Hoover erano i protagonisti di una danza di potere e di morte.
Novizia di poche ore fa’: Mann dirigerà un film sul famosissimo fotografo Robert Capra, continuando così l’analisi della psiche umana di uomini che si trovano a vivere in circostanze estreme. Marion Cotillard, da novembre sarà nelle sale americane con il film di Rob Marshall Nine, un adattamenteo di 8 ½ di Federico Fellini, accanto a Nicole Kidman, Penelope Cruz, Kate Hudson, Sophia Loren e, nella parte che fu di Mastroianni, Daniel Day-Lewis.
Depp verrà presto visto in Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo di Terry Gilliam, nei panni del Cappellaio matto in Alice in wonderland di Burton e in The rum diary, basato sul pirmo romanzo d Thompson, diretto da Bruce Robinson.
Titolo originale: Public Enemies
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Crimine, Thriller
Durata: 140′
Regia: Michael Mann
Sito ufficiale: www.publicenemies.net
Cast: Johnny Depp, Christian Bale, Giovanni Ribisi, Marion Cotillard, Leelee Sobieski, Billy Crudup, Channing Tatum, Emilie de Ravin, David Wenham, Stephen Dorff
Produzione: Forward Pass, Misher Films
Distribuzione: UIP
Data di uscita: 06 Novembre 2009 (cinema)