“Aspettando il sole” di Ago Panini
È notte. Tre balordi cercano un rifugio o forse solo un pacchetto di sigarette. Si ritrovano in un hotel sperduto al confine con il nulla. Qui una varia umanità si “diletta” in attesa dell’arrivo del giorno: il portiere alleva termiti, una coppia di ladruncoli poltrisce, un regista gira un film porno, un uomo discute al telefono con la compagna, una donna deve liberarsi del cadavere dell’amante, ecc.
I primi requisiti necessari allorché ci si decide a raccontare una storia corale sono la finezza e la rapidità del tratto nella caratterizzazione dei singoli personaggi. Qualità che mancano – almeno in questo caso – al regista Ago Panini (e ai suoi collaboratori alla scrittura Enrico Remmert e Gero Giglio) e già questo basterebbe per considerare negativamente Aspettando il sole. Ciascuno dei character messi in scena si dimostra immediatamente piatto, incapace di far indovinare qualsivoglia ambiguità, come pure sembra che fosse nelle intenzioni dell’autore. Ne conseguono delle dinamiche rigide e meccaniche; valga per tutti l’esempio della diva porno interpretata da Vanessa Incontrada che, al colmo della banalità, finisce per innamorarsi del suo collega e quindi, se prima aveva fatto con lui del sesso orale (rigorosamente fuori campo), ora lo bacia.
Aspettando il sole finisce allora per essere la solita maldestra produzione italiana, in cui sotto la maschera del film di genere, ci si vuole invece ammantare di una sorta di consapevolezza autoriale. Ago Panini infatti, con una fastidiosa tendenza al moralismo (vedi per l’appunto la vicenda dell’attrice porno che scopre l’amore), vuole parlarci dell’isolamento degli individui che conduce alla follia e della sua necessaria conseguenza: la catastrofe catartica (qui provocata dalla voracità delle termiti). Ma tutto risulta fuori contesto, a partire dalla collocazione temporale; per quale motivo, ad esempio, siamo nel 1982? Perché l’Italia quell’anno vinse i Mondiali di calcio? Ma che c’entra?
Narrativamente poi, Aspettando il sole è un disastro, prigioniero com’è di una temporalità dilatata e di situazioni che o non evolvono o si modificano in modo ingiustificato (come motivare il cadavere che a un certo punto comincia a parlare al personaggio della Gerini?).
Non si salva il cast che apparentemente aveva la possibilità di sbizzarrirsi in ruoli eterodossi: Raul Bova fa il ciociaro, ma dimentica a volte l’accento (e il suo episodio è una copia maldestra de La voce umana di Jean Cocteau, già messo in scena nientemeno che da Rossellini ne L’amore), Santamaria è semplicemente sprecato, Giuseppe Cederna, nel ruolo del portiere monomaniaco, fa esercizio di birignao; gli altri, ad eccezione della Gerini (che è brava qui come in Ex) e forse di Bebo Storti, si perdono nella mediocrità.
Titolo originale: Aspettando il sole
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: Commedia
Durata: 96’
Regia: Ago Panini
Sito ufficiale: www.aspettandoilsole.it
Cast: Raoul Bova, Claudio Santamaria, Claudia Gerini, Bebo Storti, Michele Venitucci, Vanessa Incontrada, Gabriel Garko, Sergio Albelli, Giuseppe Cederna, Raiz
Produzione: laCasa Film
Distribuzione: Mikado
Data di uscita: Roma 2008 20 Febbraio 2009 (cinema)