“Avatar”: il Nuovo Mondo di James Cameron

Dal 15 gennaio nelle sale

Dopo 11 anni James Cameron ritorna sul grande schermo con un kolossal che si preannuncia senza eguali. Avatar è un opera di fantascienza ambientata su Pandora, pianeta abitato da una popolazione aliena, i Na’vi. Il protagonista è Jake Sully (Sam Worthington), un ex marine paraplegico che accetta di partecipare ad un programma militare. Per eseguire la missione la coscienza di alcuni soldati verrà inserita in un corpo sostitutivo (un avatar appunto), affinché gli stessi possano sopravvivere nel mondo straniero, altrimenti inaccessibile agli umani. L’obiettivo dei marines è sfruttare Pandora e i suoi abitanti, ma l’amore di Jake per una donna Na’vi cambierà i suoi piani.

La filmografia di James Cameron vanta senza dubbio molteplici successi: il regista ha regalato ai suoi fan action movies fantascientifici (Terminator o Aliens) e spettacolari film-catastrofe (Titanic). Le sue opere vanno collocate più nella categoria dei blockbuster che tra i film d’autore, anche se il cineasta si è sempre distinto per un virtuoso approccio formale scandito da veloci movimenti di macchina e scoppiettanti effetti speciali.
Cameron pensava ad Avatar già nel 1997, quando vinse con Titanic il premio Oscar per la miglior regia. All’epoca il problema era la mancanza di strumenti tecnologici adatti alla creazione digitale di una realtà complessa come quella di Pandora. Inizialmente si pensava a tecniche come quelle sviluppate per Jurassic Park, ma Cameron non contento voleva dei modelli digitali espressivi e perfettamente integrati con ambienti ed attori reali.

Ora Avatar sembra segnare un punto di svolta hi-tech nel mondo della pellicola: gli specialisti hanno ideato per il film un nuovo sistema chiamato Simulcam, un monitor che, in fase di ripresa, mostra nello stesso quadro elementi reali e virtuali, senza che si debba sovrapporre al computer e in post-produzione le due dimensioni. Già in questo modo capacità creative e libertà del regista risultano potenziate. Le altre innovazioni consistono nel miglioramento del performance capture e nel Facial Performance Replacement: il primo restituisce ai modelli digitali una mimica facciale pressoché perfetta grazie all’ausilio di cineprese ad altissima definizione, il secondo permette al regista di modificare le inquadrature in ambiente digitale e manipolare nel dettaglio le varie sequenze.

Avatar è un film progettato appositamente per la visione in tre dimensioni: agli spettatori saranno forniti all’entrata in sala gli speciali occhialini, ma questa volta l’esperienza 3D sarà completamente funzionale alla trama. Secondo Cameron in altri lungometraggi la terza dimensione era semplicemente un espediente per spettacolarizzare la visione, in Avatar la costruzione degli ambienti e i movimenti dei personaggi sono stati invece gestiti in modo che lo spettatore sia sempre più coinvolto e circondato a 360 gradi dalla realtà di Pandora. Il regista, creato il suo Nuovo Mondo, afferma: «Di solito nei film in 3D la macchina da presa svolazza ovunque rendendo tutto molto eccitante, ma artificiale. In Avatar abbiamo reso centrale la macchina da presa, come se fosse realmente nelle mani di un operatore».

Anche i numeri Avatar sembra averceli: il costo del film, marketing incluso, doverebbe aggirarsi sui 300 milioni di dollari. Cameron sfida il pubblico e dice di voler rivoluzionare la fantascienza come già aveva fatto Guerre Stellari negli anni ’70. Qui non si scherza: una nuova era per il cinema?…Staremo a vedere!