Che cosa c’è in comune fra il bue Otis, il mulo Miles, il maiale Pig, il topo Pip, il pollo Peck, il furetto Freddy e tanti altri personaggi dell’aia? La sfrenata voglia di divertirsi, tra gare canore e feste da saloon, in un gioco continuo alle spalle degli ignari esseri umani.
Tutti gli animali della fattoria, all’insaputa del fattore (vegetariano) e degli altri esseri umani, sanno parlare, cantare, ballare e camminare su due zampe, seguono il baseball in Tv come tifosi sfegatati e usano il cellulare per acquistare merce di contrabbando (cioè proveniente dal mondo degli umani)… La loro vocazione è quella del divertimento e il re di tutte le feste è Otis: un bue spensierato e benvoluto da tutti che organizza rumorosissimi party nel fienile a ritmo vertiginoso, quando il fattore dorme o è via. Il suoi migliori amici sono il topolino Pip, Pig il maiale e la pulcina Maddie, che lo segue dappertutto come se fosse il suo papà.
Ma la vita non è tutta una festa. Ben, il serio padre adottivo di Otis, sorveglia con occhio attento la fattoria dalle incursioni di un gruppo di famelici coyote («Un uomo forte difende se stesso, un uomo ancora più forte difende gli altri», dice Ben), tentando di insegnare al proprio figlio l’importanza delle responsabilità per la sicurezza della comunità. Non sarà facile, perché divertirsi è molto meglio che lavorare, ma quando le circostanze lo imporranno, aiutato dalle sagge parole di Miles il mulo, il giovane Otis saprà incarnare – a modo suo – il ruolo del leader, sgominando la banda dei coyote e diventando anche lui padre adottivo del vitellino della dolce mucca Daisy.
Se il leitmotiv di Barnyard, cioè la transizione dalla spensierata età della giovinezza a quella adulta, piena di responsabilità e con ben altre priorità, si allinea a quella di molte altre pellicole d’animazione di matrice disneyana (una per tutte il Re leone), nuovo e interessante è invece il modo in cui è stato sviluppato l’argomento dell’adozione. «Questa storia è molto personale perché mia sorella ed io siamo stati adottati: nel film c’è quindi un implicito riferimento a quanto sia grande il tema dell’adozione» spiega Oederkerk. Numerosi i momenti di comicità demenziale (a partire dall’aspetto degli stessi personaggi, perché Ben e Otis, pur essendo due maschi, sono disegnati con le mammelle come Daisy e l’amica Bessy), come quello in cui l’ignaro fattore entra nel fienile e scopre la nutrita combriccola di animali intenta in un rave party dalle proporzioni apocalittiche; oppure quando Otis e i suoi amici “prendono in prestito” l’automobile del contadino della vicina fattoria o le motociclette di un gruppo di centauri per risolvere delle complicate situazioni; oppure ancora quando il furetto Freddy cerca di mettere a tacere i propri impulsi e di autoconvincersi di non voler mangiare le galline della fattoria.
Barnyard si potrebbe definire un “kolossal animato”, sia per la notevole quantità di personaggi principali e secondari sia per la considerevole mole di lavoro, che ha visto impegnate oltre 200 persone fra artisti e tecnici per più di quattro anni negli studi Omation di San Clemente, in California, di proprietà di Oedekerk. L’idea per questo lungometraggio d’animazione 3D, già campione d’incassi negli Stati Uniti, che uscirà nelle sale italiane il 23 febbraio 2007, è dello stesso regista Steve Oedekerk, che ha alle spalle una poliedrica carriera di sceneggiatore-scrittore (Ace Ventura – Missione Africa, Una settimana da Dio, Il professore matto, Jimmy Neutron: ragazzo prodigio, Patch Adams), produttore, attore e regista (lo stesso Ace Ventura – Missione Africa e altri minori).
Barnyard – Il cortile
Regia, sceneggiatura e produzione: Steve Oedekerk
Animazione: Omation Animation Studios
Montaggio: Willy Weber, Paul D. Calder
Musiche: John Debney
Produzione: O Entertainment, Nickelodeon Studios
Nazione: USA/Germania
Distribuzione: Paramount Pictures
Anno: 2006
Durata: 90 min.
Sito internet italiano: www.barnyardmovie.com/intl/it/index.html
Uscita: 23 febbraio 2007 (cinema)