BERNARDO BERTOLUCCI E IL CINEMA

Per parlare di cinema

Extra – Incontri
Il regista Bernardo Bertolucci e poi l’attore francese Gérard Depardieu hanno parlato di cinema, delle loro esperienze professionali e, insieme, hanno ricordato la loro esperienza sul set del film “Novecento”.

Il grande regista italiano Bernardo Bertolucci concede al pubblico della Festa quasi due ore di racconti, di aneddotti, di cinema. La sua esperienza nasce da bambino quando con il padre (il poeta e scrittore Attilio Bertolucci) andava a vedere i primi film: gran parte di essi avevano come tema la guerra. Dopo il trasferimento a Roma, il cinema diventa una presenza sempre più insistente nella vita del futuro regista. Passa le sue giornate nei cineclub e nei cineforum e tutta la sua attenzione è per i grandi registi del passato, per quello che lui stesso ha definito il “cinema classico”: Ejzenštejn, Lang e molti altri.

A sedici anni gira il suo primo lavoro La Teleferica, ma è con la visione de La Dolce Vita (durante una proiezione privata che Fellini fece per un gruppo di amici, tra cui suo padre Attilio e Pier Paolo Pasolini, suo vicino di casa), che in lui scatta qualcosa. Sono gli anni Sessanta, gli anni della Nouvelle Vague francese, anni in cui il cinema comincia a “pensare” a “parlare”, grazie a importanti critici e registi come Truffaut o Godard. Bertolucci se ne interessa, vede film, discute di cinema. E poco dopo si ritrova, quasi per caso, su un vero e proprio set cinematografico, come aiuto regista, accanto all’amico Pasolini per Accattone (1961) che segna il suo debutto alla regia.

A soli ventuno anni gira il suo primo film, La commare secca (1962), da un soggeto di Pasolini. Questa esperienza si rivela essere per il giovane regista più impegnativa del previsto. Bertolucci vuole, a tutti i costi, fare un film diverso da come lo avrebbe girato Pasolini, un film con una propria identità e originale nella messa in scena.
A fine anni Sessanta collabora con Sergio Leone, nel trattamento, di C’era una volta il West (1968) e poco dopo gira Partner (1968), un film, che a detta del regista, non è stato apprezzato da molti.

Seguono altre pellicole, fino ad arrivare a Ultimo tango a Parigi (1971) che gli offre un successo internazionale, un vero scandalo e un grande potere contrattuale, dal regista sfruttato per il successivo film, Novecento (1976). Lui stesso ammetterà: «Non sarebbe stato possibile trovare dei finanziamenti per una pellicola come Novecento se non avessi girato Ultimo tango a Parigi».

Proprio a questo film si collega anche l’intervento dell’attore Gérard Depardieu, che ricorda l’esperienza di lavorare con un cast internazionale, e soprattutto con un giovane Robert De Niro. Depardieu, con grande simpatia, racconta aneddoti ed episodi curiosi sulla loro convivenza nella bassa padana dove vivevano tutti insieme.
Una conversazione, quella con Bertolucci, che non ha prezzo, da cui emerge tutta la sua passione per il cinema. E dalle sue parole, dalle sue immagini, non si può che restare affascinati.