“Bling Ring” di Sofia Coppola

(A)Morale della favola

Dopo due prove registiche accusate soprattutto dal pubblico di eccessivo estetismo, Sofia Coppola ritorna a muoversi con una vera e propria trama fondata su una storia di cronaca americana che si mette al servizio della sua tecnica registica. E finalmente la esalta.

In una Los Angeles ossessionata dalla fama e dall’apparire, un gruppo di adolescenti progetta una serie di piani criminali per penetrare nelle sontuose abitazioni delle celebrità e fare incetta di vestiti e gioielli. La stampa darà loro il nome di Bling Ring.

Il Leone d’oro vinto alla Mostra del Cinema di Venezia due anni fa dalla Coppola per Somewhere sarebbe potuto essere di certo un incentivo in più per continuare sulla stessa strada. Ma è stata probabilmente la risposta negativa del pubblico a darle la spinta a cambiare registro. O per meglio dire, a sforzarsi di mettere il suo personale registro al servizio di una trama adatta che la esaltasse e al tempo stesso potesse finalmente esaltare, come in passato era accaduto con Lost In Translation. Non si tratta di un thriller e nemmeno di una sceneggiatura con numerosi colpi di scena, ma qualcosa di coinvolgente come sa esserlo una storia di cronaca contemporanea in grado di dare una lettura della società.

Da Lost In Translation fino a Somewhere, passando per Marie Antoinette, Sofia Coppola ha celebrato il proprio personaggio-tipo, un borghese ricco e annoiato che si crogiola indolente nella sua stessa noia lasciandosi alienare impassibile dal luogo in cui si trova (o dal suo sistema) senza accennare la benchè minima reazione. Lo sviluppo della trama, negativo o positivo che fosse, era qualcosa di totalmente indipendente dalla volontà del personaggio, del tutto lontano invece da quella serie disperata di tentativi di libertà compiuti dalle protagoniste de Il Giardino delle Vergini Suicide che arrivano al gesto più estremo di togliersi la vita.

In Bling Ring il soggetto non cambia e prende le sembianze dell’adolescente californiano che vive riparato dalla sua famiglia borghese e immerso nella noia e nell’imbarazzo dell’essere fuori luogo. Ma finalmente a quella noia e a quella alienazione, questi ha una reazione. E, ai fini specifici della forma registica propria della Coppola, poco importa se si tratta di una reazione deprecabile come il rubare, anzi è forse proprio questa illegalità che conferisce alla regia il contenuto adatto, come un contenitore che trovi finalmente l’oggetto da poter contenere.

Anche se nella filmografia di Sofia Coppola Bling Ring si avvicina idealmente a Il Giardino Delle Vergini Suicide, non basta la somiglianza tra personaggi adolescenti e finalmente attivi per permettere di paragonare l’atto estremo del suicidio a quello del rubare come i gesti più forti che l’adolescente possieda per richiamare l’attenzione su di sé.
Ma non è certo questo che Sofia Coppola vuole far emergere. Mentre nella sua opera prima c’era una lotta per imporre la propria libertà, in Bling Ring la libertà non è messa in discussione, ma lo è il modo di gestirla, la morale e gli ideali che la conducono. E questo film è una perfetta denuncia, tanto narrativa quanto stilistica, dell’assoluta mancanza di questi ideali: non richiama l’attenzione sull’immoralità, ma sull’amoralità, sulla sua totale assenza, e spinge il proprio sguardo fin dentro quel mondo adolescenziale contemporaneo dove regnano tanta droga, poco sesso e una ricerca sfrenata del lusso consumistico insieme alla necessità di metterlo in mostra, su Facebook naturalmente, dove i rapporti interpersonali non esistono. Sono le star che vengono derubate a rendere chiaro più di qualsiasi altra cosa l’ambiente e il sistema vuoto che viene descritto: Paris Hilton, Lindsay Lohan, icone di un successo che nega il talento e si fonda completamente sull’apparire.

Il disgusto che provoca nello spettatore è l’effetto riuscito di questo film: il paradosso del nulla (potenzialmente in grado di diventare qualsiasi cosa) che ruba al vuoto dell’apparenza nel tentativo di diventare come lui. E ci riesce.

Titolo originale: The Bling Ring
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 90′
Regia: Sofia Coppola
Sito ufficiale: http://theblingring.com
Cast: Katie Chang, Israel Broussard, Emma Watson, Claire Julien, Taissa Farmiga, Georgia Rock, Leslie Mann, Carlos Miranda, Gavin Rossdale, Stacy Edwards
Produzione: Americana Zoetrope, NALA Films
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: Cannes 2013
26 Settembre 2013 (cinema)