Bobo Rondelli al Southbank Centre di Londra

Fiaba italiana

Il “famous local singer” è stato ospite della manifestazione jazz più importante del Regno Unito e ha regalato al pubblico un concerto magnifico, esilarante, dal sapore intensamente nostrano.

Dal 14 al 23 Novembre si è tenuto a Londra l’annuale London Jazz Festival, uno degli eventi più coinvolgenti e ispirati della città. Creato nel 1992, il Festival ha lo scopo di promuovere la varietà e la diversità, coinvolgendo artisti provenienti da tutto il mondo, che sono invitati ad esibirsi nei più importanti teatri di Londra. Quest’anno è toccato anche al livornese Bobo Rondelli, che ha quindi celebrato il suo primissimo concerto nel Regno Unito.

Il concerto vero e proprio è stato preceduto dalla proiezione del film L’uomo che aveva picchiato la testa di Paolo Virzì; una sorta di documentario che tratteggia la vita e l’arte del cantautore toscano, attraverso testimonianze, interviste e pedinamenti indiscreti. Ripercorrendo la storia del suo gruppo storico, gli Ottavo Padiglione, arriviamo a conoscere un po’ meglio la cultura e la mentalità di Livorno: una città fiera, autentica, che resiste con tenacia all’omologazione contemporanea. La personalità di Rondelli, folle e geniale, è strettamente legata al suo amore per la città; nelle sue canzoni, ma anche in diversi aspetti della vita privata, traspare il culto del genius loci, un forte rispetto per le sue tradizioni e le sue “regole non scritte”. Nel film, Virzì indaga il disprezzo dell’artista per il successo in generale, questo suo campanilismo, il suo rimanere incollato a Livorno – ostinatamente. E si chiede: raggiungerà mai una notorietà internazionale?

“Beh, intanto sono qui”, sembra rispondere Rondelli dal palco del Southbank Centre. Accompagnato dall’Orchestrino, il cantautore ha conquistato la platea con la sua forza comunicativa, le sue canzoni e il suo inglese maccheronico. L’esibizione è stata intensa, un misto di jazz, blues, ritmi cubani e tradizione italiana; Bobo Rondelli ha interagito col pubblico, ha ballato in platea, ha raccontato e fatto sognare. Ha ipnotizzato, con un misto di successi vecchi e nuovi: abbiamo tutti cantato Cuba lacrime, pianto per Gigi Balla e fischiettato La marmellata. Un concerto che assomiglia a una fiaba, a una serie di fiabe, troppe e troppo belle per essere contenute nella piccola Purcell Room del Southbank. Effettivamente lo spazio si è rivelato inadeguato per questo tipo di concerto, probabilmente nessuno si aspettava una tale esplosione di vitalità. O, potremmo dire, “italianità”: italiano l’artista, italiano il 90% del pubblico in sala (peccato!), italiane le parole e le storie. La serata non poteva che concludersi con una buffa interpretazione di ‘O sole mio.

Info:
www.londonjazzfestival.org.uk
www.southbankcentre.co.uk
www.boborondelliofficial.it