Nel 1978 le Brigate rosse misero in atto il loro progetto più ambizioso. Il 16 marzo – il giorno stesso della presentazione in Parlamento di un nuovo governo Andreotti, monocolore democristiano appoggiato da una maggioranza allargata anche al Pci – un commando brigatista rapì Aldo Moro, presidente della Dc e principale artefice della nuova politica di “solidarietà nazionale”, uccidendo i cinque uomini della sua scorta.
A quella giornata seguirono 55 giorni di attesa e di polemiche di fronte alla sofferta decisione del governo di non trattare il rilascio di Moro con i terroristi, decisione appoggiata dal Pci e contrastata, per motivi politici e umanitari, dal Psi e da altri gruppi minori della sinistra. Il 9 maggio Moro fu ucciso e il suo cadavere abbandonato in una strada del centro di Roma.>> (Sabbatucci, Profili Storici – il novecento, edizioni Laterza, 2000)
Così quasi tutti i libri di storia ci raccontano questa vicenda molto importante per la nostra storia nazionale.
Bellocchio, invece, decide di non raccontarci in particolare questo avvenimento, ma di farci assaporare l’atmosfera che si creò in quei 55 giorni di sequestro nell’appartamento dei brigatisti. Le ansie, i dubbi, i timori e le paure vissute dall’unica sequestratrice donna del gruppo, Chiara (Maya Sansa), una giovane terrorista, fiduciosa nell’avvento della rivoluzione e divisa tra i rituali della clandestinità e quelli di una vita apparentemente ‘normale’, fatta di un lavoro, un ufficio, dei colleghi, un ragazzo.
“Buongiorno, notte” è quindi il sequestro Moro oltre la cronaca, o meglio è quel luogo dove la cronaca non arriva, finestre attraverso cui non passa il sole; cronaca che scorre sul televisore dell’appartamento, sui numerosi quotidiani ammassati sui tavoli.
Chiara, sempre più a disagio nel suo ruolo di combattente, e in conflitto con i suoi compagni, non riesce più a capire la ferocia distruttiva di chi le vive vicino o le dorme accanto. La vera Anna Laura Braghetti, la “vivandiera” di via Montalcini, ha scritto nel suo libro “Il prigioniero”, a cui si è ispirato Bellocchio: <
Marco Bellochio ha detto in una sua intervista: “Più che un punto di vista esterno mi interessava osservare dall’interno la vita quotidiana dei carcerieri. Questa vita quasi di famiglia, con le sue ripetizioni, le ritualità, la normalità, passati i primi momenti, poteva offrirmi delle occasioni di immagini. Ma questa piattezza, lo scandire tragico e sempre ripetitivo di questa storia, per me non era ancora abbastanza. A questo punto si è innestata la figura della donna, della brigatista, con tutte le sue contraddizioni. Proprio attraverso di lei, il film racconta anche la possibilità di un rapporto umano tra Moro e i suoi carcerieri. Ma questa contraddizione non va scambiata con uno sguardo indulgente nei confronti dei terroristi”.
Su quest’ultimo punto ci sono state numerose polemiche. Il film è stato accolto da un’ovazione in sala, alla presentazione della 60° edizione della Mostra cinematografica di Venezia; le polemiche si sono accese sul fatto di far passare inosservati i criminali che si celavano dietro quei ragazzi che si preoccupano di un uccellino scappato dalla gabbia, o dietro quel ragazzo che innamorato perso della propria ragazza, lascia per qualche giorno l’appartamento. Molti hanno contestato quella brigatista così compassionevole, che in realtà non è una povera diavola, ma un’assassina che due anni dopo il rapimento di Moro avrebbe partecipato all’agguato all’Università di Roma che costò la vita al professor Vittorio Bachelet, ucciso perché vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura.
Nonostante tutte queste polemiche, che naturalmente ci si doveva aspettare per l’importanza storica del fatto trattato (ancora vivo negli animi degli italiani e soprattutto dei politici), il film rimane, dal mio personale punto di vista, un’ottima prova del grande regista de “I Pugni in tasca”, che ha saputo con la sua grande capacità e la buona scelta degli attori (bravi Maya Sansa e Roberto Herlitzka, nel ruolo del presidente) a tenere catturata l’attenzione degli spettatori per tutta la durata del film.
Titolo originale: Buongiorno, Notte
Nazione: Italia
Anno: 2003
Genere: Storico
Durata: 105′
Regia: Marco Bellocchio
Cast: Maya Sansa, Luigi Lo Cascio, Pier Giorgio Bellocchio, Giovanni Calcagno, Paolo Briguglia
Produzione: Marco Bellocchio, Sergio Pelone
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: Venezia 2003
05 Settembre 2003 (cinema)