Il 2 giugno di cent’anni fa nasceva Carlo Scarpa, l’architetto del Novecento italiano forse più noto nel mondo. Per questo il 2, 3 e 4 giugno l’Italia lo celebra con una sequenza di manifestazioni che non hanno precedenti nel nostro Paese intorno a un architetto contemporaneo.
Nella “Tre giorni con Carlo Scarpa” saranno aperti al pubblico tutti i “Luoghi Scarpiani” d’Italia, compresi quelli che, come le case private, di norma risultano inaccessibili. Manifesti e stendardi segnaleranno una trentina di musei, edifici residenziali e commerciali, complessi monumentali dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia. In ognuno di questi luoghi il pubblico sarà invitato a scoprire, anche tramite visite guidate, l’inconfondibile “impronta” lasciata dall’architetto veneto.
Il Centenario Scarpiano è una iniziativa del Comitato paritetico tra Stato e Regione del Veneto, attivo dal 2002 sotto la direzione di Pio Baldi, direttore generale della DARC Direzione per l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero per i beni e le attività culturali. Il Comitato ha una natura istituzionale innovativa, in quanto composto da rappresentanti di nomina statale e regionale che in piena sintonia hanno portato a realizzazioni importanti, prime fra tutte il recupero puntuale di disegni, fotografie e oggetti “erratici” conservati da collaboratori, artigiani e committenti scarpiani, e la loro catalogazione, insieme a iniziative di alta formazione, editoriali ed espositive.
Il 2 giugno, a Treviso, verrà aperto il Centro Carlo Scarpa dove, per decisione congiunta della DARC (Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanea del Ministero per i Beni e le attività Culturali) e della Regione del Veneto troveranno collocazione e accesso pubblico buona parte dei 30 mila disegni di Scarpa che nel 2001 la DARC ha acquisito dal figlio Tobia per il nascente Museo MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma (MAXXI architettura).
Il Centro Carlo Scarpa rappresenta una istituzione fortemente innovativa poiché è partecipato, in modo paritetico, dallo Stato e dalla Regione che contribuiscono a costruirne la realtà culturale di luogo di studi di eccellenza e di sito per la conservazione dei documenti.
All’interno del Centro Carlo Scarpa allestito presso l’Archivio di Stato di Treviso su progetto dell’architetto Umberto Riva, una galleria espositiva permanente presenterà al pubblico, a rotazione, serie tematiche di disegni autografi. In occasione dell’apertura saranno presentati alcuni dei più affascinanti fogli del Maestro, selezionati fra i più significativi progetti realizzati e oggi visitabili.
Il Centro Carlo Scarpa è anche pensato come baricentro di una rete di archivi, collegati on-line, con il MAXXI architettura di Roma e con due importanti istituzioni venete. Il MAXXI architettura, delle cui collezioni l’archivio Carlo Scarpa fa parte, sta procedendo all’inventario e alla riproduzione digitale dei disegni e dei documenti scarpiani. L’inventario che procede per progetti sarà presto in rete con la relativa banca dati. (www.darc.beniculturali.it)
Il Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea Palladio” di Vicenza conserva la Fototeca Carlo Scarpa, la più completa raccolta esistente di fotografie che documentano le realizzazioni scarpiane dal dopoguerra a oggi. Il Museo di Castelvecchio a Verona conserva l’altro, fondamentale nucleo di 657 fogli scarpiani, collegati al celebre riallestimento del museo scaligero commissionato da Licisco Magagnato a partire dal 1957. Presso Castelvecchio, la Regione del Veneto ha altresì depositato gli oltre mille disegni di Carlo Scarpa acquistati dal 2002 dai suoi artigiani, amici e allievi.
Dal 2002 ad oggi è stato possibile realizzare la banca dati dei disegni di Carlo Scarpa per Castelvecchio che rappresenta il primo nucleo del più ampio Archivio digitale Carlo Scarpa oltre a quello del MAXXI. L’accesso al database dei disegni, con un approfondimento sino alle medie risoluzioni, è pienamente consultabile all’indirizzo: www.archiviocarloscarpa.it
A Verona sarà editato il catalogo completo dei disegni di Castelvecchio, curato da Alba Di Lieto che sarà presentato il 29 maggio alle 17.00 al Museo di Castelvecchio. A Roma sarà presentato l’inventario a stampa del progetto della Tomba Brion, a cura di Erilde Terenzoni nella collana ElectaOperaDARC diretta da Pio Baldi.
Sempre nell’ambito delle celebrazioni scarpiane è prevista l’esposizione di una selezione di disegni originali di Carlo Scarpa che saranno collocati all’interno delle sale espositive nei luoghi oggetto di intervento da parte dell’architetto. A Roma, presso il Museo Hendrik Christian Andersen (sede provvisoria del Centro archivi di architettura del MAXXI) verrà allestita la mostra Carlo Scarpa. Disegni mai visti. Lo spazio dell’abitare. L’esposizione presenterà disegni scarpiani inediti, di grande qualità sia progettuale che grafica sul tema dell’abitare.
A Vicenza sarà invece inaugurata una mostra delle immagini che Gianni Berengo Gardin realizzò nel 1972 in occasione dell’inaugurazione della Tomba Brion a San Vito di Altivole. La mostra offre l’opportunità di presentare il recente libro di Vitale Zanchettin sul medesimo complesso, esito di ricerche inedite illustrate da immagini dello stesso Berengo Gardin.
A Trieste, il Museo Revoltella inaugura, in concomitanza con il Centenario, il nuovo allestimento della Galleria d’Arte Moderna, nuovo allestimento che ripristina gli spazi scarpiani. Per l’occasione viene edito il volume “Carlo Scarpa e il Museo Revoltella” che presenta i disegni di Scarpa per il museo triestino.
I disegni di Scarpa costituiscono davvero un unicum nell’architettura del Novecento. Rappresentano un intenso, completo “diario di viaggio” del Maestro. Dalle prime intuizioni all’opera finita, tutto è disegnato e colorato dallo stesso Scarpa, sul proprio tavolo di lavoro, che talvolta era quello della cucina di casa propria. In quest’occasione si avrà modo di consultare l’intero corpus della documentazione scarpiana, forte di quasi 32 mila documenti, e oggetto di una campagna sistematica di informatizzazione che già consente consultazioni on-line. A catalogazione conclusa, sarà il primo archivio integrale di un grande architetto a essere liberamente e completamente consultabile via internet.
Anche all’estero, il Centenario Scarpiano viene segnalato da numerose, autonome iniziative la più importante delle quali è la mostra Josef Hoffmann-Carlo Scarpa. Das Sublime in der Architektur, curata da Rainald Franz per il Josef Hoffmann Museum a Brtnice (Repubblica Ceca) che sarà aperta dal 29 maggio al 29 ottobre 2006, che mette in luce l’influenza del noto esponente della Secessione viennese sull’opera di Scarpa.
Convegni, lezioni, incontri, pubblicazioni completano il programma di questo storico Centenario. Ciò che connoterà maggiormente queste giornate dedicate all’architettura sarà l’apertura di tutti i più importanti luoghi scarpiani della Penisola (programma dettagliato al sito www.carloscarpa.it). Un percorso davvero stimolante su 40 anni di attività dell’Architetto. Ad essere aperti saranno non solo i Musei cui Scarpa ha dato il suo inconfondibile apporto, da Castelvecchio a Verona, al Correr e alle Gallerie dell’Accademia a Venezia, a Palazzo Abatellis a Palermo, senza dimenticare la Gipsoteca Canoviana di Possagno, considerata tra i suoi capolavori, e il Museo Revoltella di Trieste. Forse ancora più interessanti, perché meno noti, saranno luoghi come la Sala Consiliare della Provincia di Parma dove l’arredo disegnato da Carlo Scarpa si completa con la tensione degli affreschi di Armando Pizzinato, o i numerosi monumenti funerari che affiancano il più noto complesso monumentale Brion. Da non perdere sarà anche l’apertura di numerose case private quali Casa Scatturin a Venezia, Casa Ottolenghi a Bardolino, Casa Gallo a Vicenza e Casa Veritti a Udine. Visite guidate, interventi di supporto informativo e di approfondimento consentiranno di capire i processi culturali che stanno dietro alle realizzazioni. I luoghi coinvolti da questo percorso saranno 29.
Per molti versi questo Centenario costituisce una sorta di “risarcimento” dell’Italia a un Maestro del Novecento venerato all’estero. Scarpa non ebbe infatti vita facile. La parte più reazionaria del professionismo veneziano lo portò due volte in tribunale, per abuso della professione in quanto non era laureato in architettura. Al tempo stesso molti docenti della facoltà di Architettura di Venezia lo guardavano con diffidenza, definendolo un “capomastro bizantino” impegnato nella ricerca di una anacronistica sapienza del costruire. In momenti di forte tensione sociale come furono quelli del dopoguerra, Scarpa non faceva nulla per attenuare le polemiche: rimase storica la sua rivendicazione, in una bellicosa assemblea studentesca in pieno ’68, della sua ricerca di “un moderno Faraone che mi faccia costruire la sua piramide”.
In realtà, tutto il percorso di Carlo Scarpa è un viaggio alla ricerca della bellezza. Il suo talento viene esaltato dalle occasioni in cui si tratta di “mettere in mostra” l’arte, sia che si tratti di allestire esposizioni dei grandi artisti europei a lui contemporanei, sia di “raccontare” la storia dell’arte allestendo le collezioni permanenti di grandi musei. Con occhio da regista e sceneggiatore cinematografico, egli sa farci guardare, come fosse la prima volta, sculture, gessi e dipinti che credevamo di conoscere, collocandoli nello spazio disegnato dalla luce e arricchito da un sapiente uso dei materiali.
La ricerca della bellezza fu l’obiettivo di tutta la sua carriera. Scarpa non ebbe mai uno “studio professionale”, ma lavorava in casa, spesso aiutato da propri allievi, seguendo i ritmi della propria particolarissima “bottega”: sia che si trattasse di allestire negozi o sedi di banche, tombe, case o edifici pubblici. La sua opera testamento è il grande complesso funerario per il suo “Faraone”: la famiglia Brion, che gli commissionò una tomba-giardino nella campagna di San Vito di Altivole. Ed è proprio in questo emozionante vertice della sua arte, nel luogo dai profondi significati, in una architettura tutta incentrata sul numero 11 (ottenuto sommando le lettere del suo nome e cognome) che egli volle essere sepolto, dopo la sua tragica morte in Giappone nel 1978.
“CARLO SCARPA CENTO ANNI DI ARCHITETTURA”
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