Settimana Internazionale della Critica
Un anziano vedovo vive in uno sperduto villaggio dell’Iran con la giovane seconda moglie. Dopo un terremoto che ha sconvolto il Paese, per sopravvivere inventa un ingegnoso sistema al fine di procurarsi lavoro nella sua misera officina meccanica: scava una buca nella strada vicino alla sua casa, costringendo in tal modo, gli sfortunati automobilisti a rivolgersi a lui.
Emulo inconsapevole del grande economista John Maynard Keynes, il premio Nobel che aiutò Roosvelt a uscire dalla crisi del ’29. Scava una buca , quando essa viene riparata la riapre di nuovo , dimostrando così inconsapevolmente che per rilanciare una economia in fase depressiva anche lo scavare una buca per poi riempirla di nuovo si trasformava in un atto economico capace di rimettere in moto il processo produttivo. Evidentemente gli obiettivi del meccanico sono molto più modesti in quanto gli basta avere escogitato un sistema per sopravvivere. Quando un incidente si trasforma in tragedia tutto viene rimesso in discussione.
Non sono certo le teorie economiche ad interessare il giovane regista: attraverso i vari personaggi vittime di quel fosso, descrive uno spaccato dell’Iran di oggi, attento a suggerire più che a esplicitare, a fare sorgere domande, inquietudini per richiamare l’attenzione di chi guarda sull’Iran di oggi. Karim è allievo e collaboratore di Kiarostami e molti sono gli echi riconducibili al maestro a cominciare da quella lunga polverosa strada sperduta fra terre gialle e riarse a lungo ripresa dal grande regista iraniano. Nello squallore del paesaggio, e degli interni della misera casupola ogni tanto emerge uno squarcio di bellezza come la bellissima scena notturna attorno ad un fuoco costruita come un quadro espressionista. Sono lampi perché la preoccupazione di Karim sembra quella di emanciparsi da Kiarostami dando vita ad un linguaggio suo, più asciutto ed essenziale, ma anche meno poetico e ancora acerbo. La figura lontana e velata della giovane moglie fa risaltare la metafora della buca vista anche come uno strumento per tenere lontano da sé gli altri in una orgogliosa difesa della sua solitudine.
Non vi sono espliciti riferimenti sui mali che angustiano il suo Paese ma gli occhi fissi, sperduti in una disperata tristezza della giovane donna, nella scena finale risulta una denuncia gridata e vigorosa della condizione della donna iraniana specie nelle campagne.
Titolo originale: Chaleh
Nazione: Iran
Anno: 2009
Genere: Drammatico
Durata: 100’
Regia: Ali Karim
Cast: Mostafa Tari, Sina Razani, Siyamak Ehsaei