Un intreccio di vite, di corpi e di menti in una Londra fredda e distante, dove ognuno rimane straniero. Qualche goccia di perplessità in una pellicola comunque bella.
Anna, fotografa, conosce Dan, giornalista autore di necrologi, prendendo degli scatti per il suo primo libro da scrittore. Per fotografarlo meglio si avvicina, e poi si baciano. Dan sta con Alice, ex spogliarellista di New York, molto più giovane di Anna, e i due sembrano molto innamorati. Ma Dan continua a pensare ad Anna fino a spingere involontariamente Larry, un dermatologo conosciuto in rete, tra le sue braccia, il quale la sposa. Il gioco a quattro comincia: Dan tradisce Alice con Anna per un anno, poi i due lasciano i rispettivi coniugi, ma mentre Alice torna alla sua precedente professione, Larry non demorde. Ma i quattro avranno conosciuto veramente le loro identità o sono in fondo ancora “stranieri”, il titolo della mostra fotografica di Anna?
La trama è ben più intricata di quanto non sia sopra, e il film sembra proprio volerci parlare di quattro vite, quattro corpi (o ancor meglio, quattro menti) che si incontrano, si amano, si lasciano, si cercano, si ritrovano come in una danza sapientemente congegnata, in una storia che pur trasudando sesso ad ogni inquadratura non ci mostra mai l’atto in sé, e in questo sta forse la genialità del film e di Nichols. I quattro interpreti ci regalano tutti una gran prova, sudano emozione ed entrano nella pelle dei personaggi e dei loro conflitti: la passionalità di Larry-Owen e di Alice-Portman si scontrano con la freddezza (o la maggior difficoltà ad esternare i propri sentimenti) di Anna-Roberts e di Dan-Law.
L’impianto teatrale del film si vede nella costruzione dei dialoghi, vero motore della storia, anche se questi talvolta peccano di una verbosità ed artificiosità che forse andavano alleggerite con un uso maggiore di non-detto o di inquadrature (ma forse lo si deve anche al doppiaggio – il film andrebbe visto in lingua originale, anche per godere appieno delle performances). Il finale sembra confermarci un’idea ripetuta in molte battute: quella che la menzogna prevale sulla sincerità – concetto già espresso dal rapporto cibernetico tra Dan e Larry, o dal dialogo tra Larry e Alice nel locale sexy – e nessuno riesce a conoscere l’altro fino in fondo; ognuno resta estraneo all’altro (“stranger”, tradotto con “straniero”).
L’ambientazione londinese è indovinatamene fredda e distante, una terra “straniera” abitata da “stranieri” e il titolo “closer” (lett. “più vicino”) sintetizza l’idea di personaggi che si inseguono e si avvicinano senza arrivare mai a penetrarsi completamente. Davvero bella la canzone che apre e chiude il film, “The blower’s daughter” cantata da Damien Rice.
CREDITS
Titolo originale:
Closer
Nazione:
U.S.A.
Anno:
2004Genere:
Drammatico
Durata:
100’
Regia:
Mike Nichols
Sito ufficiale:
sonypictures.com/movies/closer
Cast:
Julia Roberts, Jude Law, Natalie Portman, Clive Owen
Produzione:
Cary Brokaw, John Calley, Robert Fox, Mike Nichols, Scott Rudin
Distribuzione:
Columbia Tristar
Data di uscita:
10 Dicembre 2004 (cinema)