Con altri divi del jet-set, Luttazzi si appresta a viaggiare in Iraq per rallegrare le truppe del contingente italiano. Sarà questo il contesto per dilettare il pubblico con le dissacranti e esaltanti battute su sesso, religione e politica.
Daniele Luttazzi ci ha abiutato a dei monologhi graffianti, acidi e spesso irritanti che avevano come soggetto i personaggi grotteschi che popolano la vita pubblica del paese, dai politici agli esponenti dell’Ecclesia cattolica, fino ai divi del jet-set. Lo ricordiamo in Bollito Misto con mostarda, il monologo del 2005, scagliarsi contro la classe politica con la sua solita verve ed ironia tagliente, ma molto spesso documentata, che gli valse l’esclusione dall’universo mediatico italiano.
Non è questo il caso dell’ultimo Luttazzi, che sembra aver messo da parte i suoi soliti argomenti, e si presenta qui come inviato del governo italiano in Iraq. Assieme a divi dello spettacolo tra cui Giannini, Bova e la Seredova è stato mandato, infatti, a rallegrare e intrattenere le truppe italiane in guerra, da Bassora a Nassirya fino a Mosul.
Il monologo, già presentato nell’edizione cartacea di Bollito Misto con Mostarda (Feltrinelli, 2005), si discosta dall’Italia e si concentra sulla situazione iraquena, dove “i nostri militari, come disse Gustavo Selva, non sanno di stare in una guerra mascherata da missione umanitaria“.
La carovana si appresta a salire sull’aereo per raggiungere il teatro di guerra, ma ben presto incominceranno i problemi. Miste alle difficoltà dei due belloni della TV, intimoriti dal velivolo bimotore che gli avrebbe portati in Iraq, ci sono infatti, le sarcastiche esternazioni di Luttazzi, sconvolto per avere come pilota, Gabriele D’Annunzio! Il viaggio è iniziato, e allo stesso ritmo si sussegueranno, interventi sul viaggio a digressioni sulle sue innumerevoli femmes – abituate alle più singolari pratiche sessuali – fino alle consuete e dissacranti battute sul papa “Ratzi” e le sue esternazioni sulla laicità dello stato.
Tuttavia sembra un Luttazzi un pò sottotono, che non nuota nel torbido della società mediatica che lo rese, nei precedenti monologhi a dir poco eccezionale. Le battute e le situazioni sembrano riprese dai precedenti spettacoli, e ambientate nel teatro iraqueno perdono un pò del puntiglio che le rende squisitamente esilaranti. In aggiunta, il fatto di aver già pubblicato il testo gli fa perdere l’effetto sorpresa di cui la comicità e la satira si nutrono.
Resta comunque un grandissimo comico italiano, che dal vivo, al di là del testo, non delude mai.
il sito ufficiale di Daniele Luttazzi: www.danieleluttazzi.it