Il rapporto di Carlo Verdone con Venezia e il Veneto, la soddisfazione per aver battuto negli incassi George Clooney, la nuova emigrazione dei laureati e l’apprezzamento per la partner nel suo nuovo film Paola Cortellesi e per il collega Paolo Sorrentino.
Sei giorni dopo l’uscita nelle sale di Sotto una buona stella, commedia che lo vede impegnato in qualità di regista e co-protagonista (con Paola Cortellesi), Carlo Verdone arriva a Mestre per presentare la pellicola.
Esauriti i complimenti per la stuttura, che per la prima volta a due mesi dall’inaugurazione ospita un grande cineasta mentre il suo film è in programmazione, Verdone comincia a rispondere alle domande: in molti si interessano del rapporto del regista con Venezia, qualcuno chiede addirittura se non gli siano antipatici i veneziani. “Ma no! – è la risposta – Ho degli stupendi ricordi legati a Venezia: da piccolo, avrò trascorso sei o sette estati al Lido. Se ho mai pensato di dirigere un film esclusivamente a Venezia? Venezia in particolare, non l’ho mai ritenuta particolarmente adatta per una commedia del mio stile: la scenografia è tanto solenne che si rischia che cancelli tutto il resto. Invece, mi piacerebbe focalizzarmi sull’entroterra veneto… Lo spirito comico che regna nella regione è molto apprezzato dal pubblico”.
Gli viene chiesto allora se consideri un dato importante per il cinema italiano la vittoria di incassi del suo film sulla nuova pellicola di George Clooney: “Mah, il successo di un film dipende da molti fattori: il genere, le aspettative del pubblico, la promozione… Però, se devo dirla tutta, questo risultato mi rende molto felice: dopo trentacinque anni di cinema, è bello constatare di avere ancora un così buon feeling con il pubblico.”
A chi gli chiede se il film si focalizza anche sul fenomeno della “fuga” dei giovani italiani all’estero, Verdone risponde: “Sì, si parla anche di questo. L’ho sperimentato con gli amici dei miei figli, il fenomeno esiste ed è grave: troppi giovani oggi sono costretti ad “emigrare” per trovare un impiego o completare al meglio i propri studi. In generale, non è un buon momento per l’intera Europa, che sta invecchiando: il mio compito è stato innanzitutto quello di comprendere questa situazione e di raccontarla.”
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Infine, due note di apprezzamento per Paola Cortellesi e Paolo Sorrentino (candidato all’Oscar con La grande bellezza): “Paola ha un senso dell’ironia molto simile al mio. Non ho fatto fatica a spiegarle la parte, perché si è subito calata perfettamente nello spirito del film. Il suo pregio più grande è la capacità di sdrammatizzare con intelligenza. Quanto a Paolo, grandi successi del genere si costruiscono quando vi è piena comprensione tra produttore e regista. Compito dei produttori è proprio quello di dare fiducia ai propri registi: quando questo succede si riesce veramente ad onorare il cinema italiano.”
Foto a cura di Romina Greggio Copyright © NonSoloCinema.com – Romina Greggio