In occasione dell’Ibsen year, il centenario della morte del drammaturgo norvegese, Antonio Syxty riporta in scena al Teatro Litta di Milano “Casa di bambola” in un’edizione completamente rivisitata.
“Casa di bambola” è la storia di Nora, forse la protagonista più strutturata e anticonformista di Ibsen. La sua drammaturgia propone personaggi, soprattutto femminili, che appaiono incastonati in quella realtà del suo tempo su cui egli vuole porre l’attenzione, quel mondo borghese di fine 800 dove le apparenze contano più della sostanza e dove è necessario sottostare alle convenzioni sociali. I falsi idealismi, le rigide regole morali, i vizi di una società ricca di ipocrisie producono nei personaggi ibseniani dei profondi esami di coscienza che li portano a dei conflitti psicologici irrisolvibili, a tradire le loro vocazioni e a rimanere schiacciati. Nora è invece l’unica eroina che osa ribellarsi e che, pur rinunciando agli affetti più cari, giunge all’autoaffermazione di se stessa come persona e come donna.
Raffaella Boscolo propone una Nora estrema nel suo essere da una parte quella “bambola” che il marito e la famiglia vogliono e dall’altra, alla fine, la donna che si libera definitivamente dal ruolo che gli altri hanno creato per lei. Nora è per otto anni una figlia devota, una madre presente, ma soprattutto la perfetta moglie dell’uomo d’affari abbiente e perbenista, bella, colta ma frivola e infantile. Una moglie che ama suo marito e che proprio per amore commette un errore, contrae illegalmente un debito all’insaputa di tutti per trovare i soldi per un viaggio in Italia, un viaggio in luogo caldo di cui ha bisogno il marito malato. Ma quando la verità emerge, il marito di Nora si dimostra insensibile alla nobiltà del gesto, preoccupandosi solo di sopire lo scandalo e sconvolgendo le sue aspettative. E anche quando tutto sembra risolversi, il vaso di Pandora è ormai stato scoperchiato, le maschere sono ormai state tolte. Al ritorno da una festa, prima dell’epilogo, Nora annuncia: “Mi tolgo il costume”.
Nora incarna la moderna eroina femminista, che per lungo tempo ha scandalizzato i benpensanti. È un personaggio intenso e privo di compromessi, anche nell’apparire come due donne completamente opposte fra loro, sottolineate da un intenso gioco di luci e ombre sul viso dell’attrice, fino a rivendicare il diritto ad essere se stessa nella decisione finale. La scelta di Nora, sconvolta dalla grettezza del marito che si rivela incapace di comprenderla, è radicale e senza possibilità di ripensamento. È una scelta opinabile e forse un po’ estremistica (soprattutto la rinuncia ai figli), ma è l’unico modo per Ibsen di rappresentare un personaggio che solo così riesce a non essere sconfitto dalla vita.
CASA DI BAMBOLA
di Henrik Ibsen
Traduzione di Lucio Chiavarelli
Scene e costumi: Andrea Taddei
Con: Raffaella Boscolo, Gaetano Callegaro, Paolo Cosenza, Bruno Viola, Greta Zamparini
Regia: Antonio Syxty
In scena al Teatro Litta dal 23 marzo al 9 aprile 2006