“Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire” di Melissa P

Come si vive a quattordici anni? Quali sono i sogni, quali le paure di un’adolescente che si affaccia alla vita e alla scoperta dei sentimenti?
Cerca di raccontarcelo Melissa, che- spero e credo- non rappresenta certo la regola, ma una rara e sfortunata eccezione.

Il libro si presenta sotto forma di diario di questa Lolita del ventunesimo secolo: una ragazzina spregiudicata, che con determinazione colleziona avventure “erotiche” e storie di sesso d’ogni genere. Ogni tanto dice di cercare affetto e romanticismo tra le braccia degli uomini cui concede il suo corpo:
“E’l’amore che cerco, è la carezza sui capelli che voglio, è uno sguardo sincero che desidero”.

Quest’affermazione, però, sembra posticcia; in realtà in queste pagine troviamo una sorta di catalogo delle perversioni, racchiuso in una cornice fabulistica: quella del solito sogno del principe arabo, che come avviene nelle favole guarderà la principessa negli occhi e la salverà dall’abiezione in cui è sprofondata.
Il libro di Melissa P., se davvero è autobiografico e riflette realmente la vicenda di questa ragazzina, dovrebbe farci pensare: a che punto ci ha portati il dualismo di matrice cartesiana che separa nettamente l’anima dal corpo, scindendo artificiosamente la sessualità dalla nostra dimensione spirituale?
E ancora: che fine hanno fatto gli adulti?

In questo libro i genitori sono figure del tutto marginali: “Vedono solo quello che fa loro piacere vedere”e non sanno nulla della figlia; non cercano neppure di capire come sta, di indurla a confidarsi o di controllare i suoi movimenti.
“Mio padre non sa niente di come si svolgono le mie giornate, ed io non ho nessuna voglia di raccontargliele”; E, più avanti: “Mia madre non sa che i diamanti del re sono stati per me le crude bestialità di uomini rozzi e incapaci di amare”.
Gli altri “grandi”presenti nel diario sono i quarantenni (come il professore e Fabrizio, conosciuto in chat), che a casa hanno moglie e bambini ma si “distraggono” sfruttando sessualmente una minorenne.

Ma chi ha agito peggio, nei confronti di questa teen- ager e di tutti gli adolescenti che inevitabilmente la prenderanno a modello, forse è stato l’editore che ha deciso di ricavare denaro da questa storia e di fare di questa ragazza una specie di pornodiva, di darla in pasto ai mass media togliendole quel briciolo d’infanzia che ancora le restava e la possibilità di lasciarsi tutto questo alle spalle per imparare a vivere come i suoi coetanei più equilibrati.
Forse era inevitabile che questo libro venisse pubblicato nell’era dei “reality show”, in cui tutto fa spettacolo; ma il diario di Melissa P., secondo me, avrebbe dovuto leggerlo solamente un bravo psicologo.

Fazi, Roma, 2003.

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