In un periodo in cui è di moda vantare nobili origini, una pubblicazione come questa diventa oggetto di grande curiosità. Sono molti, infatti, che pur risalendo a poche generazioni precedenti, spesso per ragioni anche di pura omonimia, ritengono in buona fede di poter vantare nobili natali.
Famiglie Nobili delle Venezie è una raccolta o meglio l’ultimo censimento delle famiglie di nobili origini ancora presenti nelle regioni del Veneto, Friuli – Venezia Giulia e Trentino.
Nella pubblicazione sono elencati succintamente i dati di circa ottocentosessanta famiglie registrate dal C.N.I., Corpo della Nobiltà Italiana, organo che dalla caduta della monarchia funziona come l’antica consulta araldica del regno, nel senso che conserva i riferimenti pregressi e certifica, se ovviamente ampiamente e scrupolosamente documentato, lo stato di nobiltà di alcune casate che precedentemente possedevano tali requisiti. Oggi il C.N.I. è un’associazione privata, con relative commissioni sull’intero territorio della penisola, attiva, senza fini di lucro e rivolta a preservare soprattutto il patrimonio storico che si può ricavare da tali conoscenze di ambito genealogico.
La voluminosa pubblicazione delle Venezie è curata da più interventi a firma di Doimo Frangipane, presidente della Commissione Araldico Geneaologica Veneta, che ha scritto la prefazione, di Marino Zorzi, consigliere della stessa Commissione, nonché direttore della Biblioteca Marciana di Venezia che ha curato il sintetico ma chiaro ed esaustivo cenno storico, Giorgio Aldrighetti autore di una scheda con la descrizione dell’Arma Grande di Venezia. Il notevole lavoro di accurata compilazione dove, se ancora esistenti, sono riportati nominalmente gli attuali discendenti, è stato resa possibile grazie al contributo di una commissione presieduta da Girolamo Marcello del Majno, nonché grazie al sostegno profuso a tutta la complessa iniziativa editoriale da Italo e Andrea Quadrio e Leopoldo Mazzarolli.
Iniziative come questa al di là dell’appartenenza a una casta che regolamentava diritti e doveri del nostro passato vivere sociale in termini diversi da quelli attuali e che oggi possono apparire anacronistici e improponibili, diventa maggiormente interessante se rivolto a incrementare tali studi con ripercussioni utili nelle varie branche del sapere; tali iniziative dovrebbero, anzi, prendere piede in altre realtà e contesti in molti casi meno noti ma egualmente importanti, come nel caso di Genova, Milano, Lucca, Pisa e tutto il sud Italia, sia per noncuranza dei diretti interessati, sia a causa di studi che necessitano di maggiori indagini e approfondimenti soprattutto nei diretti riscontri documentaristici fortunatamente conservati negli archivi italiani, ancora in molti casi inesplorati dagli stessi addetti ai lavori.
Gaspari editore, Udine 2001, pp. 475, euro 87,80.