“Crazy Horse” di Frederick Wiseman

O la bellezza del corpo

Giornate degli Autori 2011
Il nuovo documentario di Frederick Wiseman sul noto locale di cabaret parigino è l’evento di apertura delle Giornate degli Autori

Si comincia in quella che sembra essere una cabina di doppiaggio: una ragazza davanti a un microfono guarda in camera mentre geme e sospira. Si potrebbe quasi confondere con il set di un film pornografico, quando invece la pornografia è quanto di più lontano da questo luogo: è l’interno del Crazy Horse, il locale di Cabaret più frequentato di Parigi, con “il miglior spettacolo di nudo chic al mondo”.

A riprova di questa definizione si trovano le successive riprese di alcuni dei numeri messi in scena, in bilico tra ironia e poesia: le nudità che colpiscono a una prima visione, passano in secondo piano lasciando spazio alla semplice fisicità delle danzatrici. Perché di danzatrici si tratta, non certo di spogliarelliste; danzatrici senza veli, se si vuole, ma che sicuramente non possono venir confuse con nulla di diverso, nulla di volgare, specie dopo aver assistito all’impegno e alla passione che mettono nel loro lavoro.

E con la stessa passione lavorano Philippe Decouflé e Ali Mahdavi, autori del nuovo show, Désirs, che ha debuttato nel 2009 riportando il Crazy Horse agli antichi fasti, o Fifi Cachnil, responsabile dei costumi. Wiseman, come una mosca sulla parete, porta lo spettatore dietro le quinte dello spettacolo, senza mai interferire o giudicare: alle riprese delle riunioni, delle discussioni e delle prove, si alternano quelle dei numeri di scena – curati nel minimo dettaglio, sapientemente illuminati – su cui la macchina si sofferma con insistenza, indugiando su particolari dei corpi delle ragazze. Lo sguardo, però, non è mai morboso, mai lascivo, perché qui dentro la nudità è quanto di più naturale, quasi si fosse in un primigenio Giardino dell’Eden. Non c’è imbarazzo per le ballerine, completamente a loro agio davanti all’occhio della cinepresa, sia sul palco che nei camerini.

E un’idea di quello che è davvero il Crazy Horse la dà Ali Mahdavi, ripreso mentre concede un’intervista: è un’esaltazione della donna, della femminilità, della sensualità intrinseca che il corpo femminile possiede; un inno all’erotismo senza scadere mai nella volgarità; la gioia di far venire alla luce qualcosa di bello e puro come solo un’opera d’arte può essere (a questo proposito cita Shanghai Express e i film di Fellini).

L’imparzialità dell’obiettivo e l’assenza di uno sguardo moralizzante lasciano la parola ai corpi che, in quest’epoca di grossolana esaltazione di nudità simil-pornografiche, tornano ad esprimere semplicemente la loro essenziale esteticità.

Titolo originale: Crazy Horse
Nazione: USA e Francia
Anno: 2011
Genere: Documentario
Durata: 128’
Regia: Frederick Wiseman