“Madre: ventinove anni dopo queste pagine d’addio in lettere di sangue”. Con queste tristi parole Ellroy dedica il suo libro “Dalia Nera” alla madre, trovata morta su un marciapiede quando lui aveva solo dieci anni, brutalmente assassinata. L’omicidio, rimasto poi irrisolto, è al centro di molti libri dell’autore, ma è “Dalia Nera” il vero e proprio tributo alla figura materna, nonché uno dei romanzi più riusciti di Ellroy.
Come per la madre dell’autore, anche la vita di Elizabeth Short, meglio conosciuta come “Dalia Nera”, è stroncata da un raccapricciante omicidio: il cadavere della giovane donna viene infatti ritrovato sezionato in parti e sfigurato. Ma chi era veramente Elizabeth Short? Ragazza facile e imprudente, con il sogno di diventare una grande attrice del cinema, si vestiva sempre di nero e raccontava ogni giorno nuove storie sul suo misterioso passato. Moltissime persone, soprattutto uomini, avevano avuto a che fare con lei: alcuni ne erano rimasti affascinati, altri vi avevano avuto incontri sessuali, altri ancora se ne erano persino innamorati, ma nessuno aveva mai saputo chi fosse realmente Elizabeth Short.
Il caso “Dalia Nera”, come quello di Geneva Hilliker Ellroy, sembra non trovare soluzione: dapprima fa molto scalpore e attira la massima attenzione dei media, poi piano piano non fa più notizia, subisce tentativi di offuscamento, e viene messo proressivamente da parte. Sarà solo grazie alla tenacia del pugile-poliziotto Bucky Dwight, dopo lunghe ricerche e mille peripezie – tra cui la misteriosa scomparsa del compagno di indagini Lee Blanchard – che il colpevole verrà finalmente alla luce. La “Dalia Nera”, la ricerca della sua vera identità, oltre che del suo assassino, diverrà una vera e propria ossessione per Dwight, che dovrà essere pronto a perdere tutto ciò che ha di più caro: il lavoro, la moglie Kay, la sua stessa serenità, prima di riuscire, svuotato, a ricostruire il misterioso puzzle dell’atroce delitto.
James Ellroy con la “Dalia Nera” firma uno dei suoi capolavori. C’è dentro tutta l’America di uno dei migliori gangster movie “noir”: la California, il Dipartimento di Polizia di Los Angeles, la boxe, la Hollywood delle origini, quando ancora si chiamava “Hollywoodland” ed era controllata dal produttore-regista e imprenditore edile Mack Sennett. Lo stile inconfondibile, il periodare asciutto ma estremamente stimolante e suggestivo, rende il libro attualissimo anche oggi, e a vent’anni dalla sua prima edizione, è uno di quei bestsellers che si “leggono tutti d’un fiato”. Solo una piccola avvertenza per i lettori più delicati: le scene più crude sono descritte in tutti i loro raccapriccianti dettagli.
James Ellroy, “Dalia Nera”, Milano, Mondadori, 2001